Mar. Giu 17th, 2025

Lgbtqia+

Transfobia a Sassari. «denunciate e contrastate»
‎ Non c’è limite ai trogloditi. La violenza fisica e verbale passa spesso e volentieri dalle parole ai fatti.

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Transfobia a Sassari, non c’è limite ai trogloditi. A seguito dell’attenzione mediatica della Nuova Sardegna data alle persone transgender, dapprima con un’inchiesta critica sul tema e infine con un’intervista alle attiviste locali, i sassaresi hanno mostrato il peggio di sé. Limitati con la mentalità, frustrati e incapaci di discernere la realtà con la finzione, per il sassarese medio la persona transgender è solamente un oggetto sessuale oppure una macchietta utile al pubblico ludibrio, come raccontata nei più squallidi cinepanettoni degli anni Novanta.

Le aggressioni fisiche e verbali

Sia recentemente che in generale la violenza fisica e verbale passa spesso e volentieri dalle parole ai fatti. Nei giorni scorsi sono state infatti aggredite due persone. Se con una di queste si sono cimentati con insulti gravi e personali riguardo alla sua identità, con l’altra sono arrivati addirittura a lanciarle addosso della spazzatura.

L’ultima intervista, la shitstorm e la risposta di Trans*Support!

Estratto del comunicato social

Dopo l’intervista riparativa presso La Nuova Sardegna a cura di Paolo Ardovino, alle attiviste sono arrivate successivamente «minacce di morte e di violenze di ogni tipo».

«Esiste una cultura transfobica, omofoba, sessista e fascista» – conclude il comunicato – «fingere di non vederla significa essere parte di essa».

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Omofobia: L’Uganda verso lievi modifiche alla legge anti-Lgbtq

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UGANDA: Dopo circa un anno dalla promulgazione di una delle leggi più dure e repressive contro i diritti delle persone Lgbtq, l’Uganda attenua senza fare passi indietro alcune sue disposizioni di legge.

Africa Rivista, dal 1922 una delle maggiori testate italiane specializzate sul continente africano, fa sapere con un articolo che il governo ugandese ha annullato alcune disposizioni ritenute “In contrasto con alcuni diritti umani fondamentali”. Le disposizioni contestate rientravano nella più ampia legge promulgata a maggio 2023 nota come legge anti-omosessualità.

La Corte costituzionale dell’Uganda fa sapere tramite la persona di Richard Buteera che, nonostante non intenda abrogare completamente la legge in questione, ha comunque preferito annullare alcuni passaggi che secondo i giudici erano “Incompatibili con il diritto alla salute, alla privacy e alla libertà di religione”.

In particolare secondo la legge i cittadini ugandesi avevano l’obbligo di denunciare chiunque fosse anche solo sospettato di esercitare atti omosessuali. Per la corte suprema però questo viola i diritti individuali.

La legge anti-omosessualità in Uganda del 2023


Leggi anche: Uganda, la Corte costituzionale conferma la legge anti-omosessualità (Africa Rivista)


A maggio 2023 la Corte Costituzionale dell’Uganda aveva convalidato la nuova legge contro l’omosessualità che introduceva nel codice penale ugandese gravi e pesanti forme di repressione contro le persone Lgbtq.

L’entrata in vigoria della legge, che fin da subito aveva scatenato forti polemiche sia dentro che fuori il continente africano, aveva smobilitato attivisti per i diritti umani da tutto il mondo, preoccupati per la palese violazione dei diritti fondamentali dell’uomo e l’istituzionalizzazione della discriminazione.

Sebbene l’Africa sia un continente di stampo conservatore dove l’accettazione di determinate minoranze risulta ancora molto difficile, la nuova legge in Uganda risulta particolarmente brutale, introducendo la pena di morte per alcuni atti di omosessualità.

L’impatto della legge sul paese africano

Secondo il Fondo monetario internazionale la legge approvata nel 2023 “Potrebbe avere un impatto negativo sugli investimenti esteri, sui prestiti e sulle sovvenzioni, così come sul turismo”. Sempre secondo l’Ente, “L’approvazione della legge ha causato reazioni negative tra i partner di sviluppo e i donatori, complicando il panorama dei finanziamenti”

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USA, la battaglia di Donald Trump contro il transgenderismo

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Fin dalle prime ore del suo insediamento, il tycoon Donald Trump bombarda l’America con i suoi famigerati ordini esecutivi. Dal rinominare il Golfo del Messico in Golfo d’America fino ai nuovi diktat che bersagliano la comunità transgender. Un bersaglio principale per Donald Trump sono stati infatti i transgender.

Per il rieletto presidente, che ritiene di essere stato salvato da Dio per rendere l’America grande, sesso biologico e identità di genere sono la stessa cosa e non ne esisterebbero altri al di fuori di quelli assegnati alla nascita, come quello non-binary (ritenuto invece valido da vari studi della stessa American Psychological Association). L’imprenditore newyorkese afferma inoltre che le persone trans abbiano uno stile di vita «poco onorevole» e non adatto agli standard «molto elevati» delle forze armate (nonostante le diverse migliaia di persone transgender attualmente in servizio).

Donald Trump ritratto ufficiale 2025
Donald Trump ritratto ufficiale 2025

Con queste premesse le conseguenze nella società statunitense sono state immediate: Subito fuori i trans dall’esercito e dalle scuole e vietata la transizione di genere agli under 19 anche se approvata da un medico qualificato (e pesantemente ostracizzato in generale l’accesso alle terapie ormonali). Nelle carceri invece gli individui trans dovranno essere tradotti in ambienti allineati al proprio sesso di nascita, senza curarsi della loro incolumità e dell’altissimo rischio di stupri e aggressioni.

Donald Trump e la «follia transgender»

Per Mr. Trump, imprenditore laureato in economia, la dottrina scientifica secondo cui il sesso biologico e l’identità di genere sono separati sarebbe una follia. Con queste manovre il nuovo presidente “ringrazia” così le frange più estremiste e conservatrici dei suoi elettori. «Porremo fine alle mutilazioni sessuali infantili» dichiarava energico nei suoi raduni elettorali. «È un rinfrescante ritorno alla sanità mentale», ha invece esultato, riportato in Italia da Open, lo studio legale conservatore Alliance Defending Freedom.

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Inchiesta sulle persone transgender in Sardegna. MOS: «infelice, pensavamo fosse un vecchio articolo»

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Troppi nuovi casi di transgender in Sardegna, forse a causa di un business di miliardi di dollari? Alla vista di questa nuova inchiesta della Nuova Sardegna il Movimento Omosessuale Sardo (MOS) commenta: «Abbiamo pensato a un errore, alla ripubblicazione di un vecchio articolo per riempire due pagine rimaste vuote». E così che, in un comunicato stampa a firma Movimento Omosessuale Sardo, AGedO Nord Sardegna – Sassari, Trans* Support, CGIL Nuovi Diritti Sassari, Associazione ARC, Famiglie Arcobaleno Sardegna e Associazione ASQ, le associazioni di categoria sarde rispondono alla pubblicazione.

Sempre nello stesso comunicato si legge: «Ci sorprende ancora di più che un articolo del genere sia stato pubblicato proprio da La Nuova Sardegna, che in passato ha co-organizzato con noi e con l’Ordine delle e dei Giornalisti della Sardegna diversi corsi di aggiornamento su tematiche LGBTQ+ e sull’uso di un linguaggio inclusivo».

Immagini del Pride di Sassari del 2022 (foto Pitzoi Arcadu)

Viene inoltre segnalato di come l’unica fonte non anonima citata sia l’associazione GenerazioneD, di carattere dichiaratamente politico e No Gender.

Il comunicato si conclude ribadendo di come siano state prese per oro colato sparute testimonianze di persone che hanno voluto rimanere anonime (e che, stando alla stessa inchiesta, erano completamente ignoranti del tema e si sono informati genericamente su internet, diffidando dalle parole di medici e psichiatri) e di come nella stesura dell’inchiesta sono state ignorate le voci di decine di famiglie che frequentano regolarmente i CAD e le sedi AGedO di Sassari e Cagliari, oltre che i dati raccolti dal CAD del MOS e dell’ARC.

(in copertina immagine di repertorio Nuova Isola)

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Una dating app per neurodivergenti? C’è Hiki

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Una dating app di amicizie e incontri, studiata per neurodivergenti? Da qualche anno é possibile grazie a Hiki.

Hiki é un app di incontri localizzata in lingua italiana (ma con ancora poca utenza italiana) e con uno scopo simile a Tinder o simili, disponibile gratuitamente per Android e IOS. Obiettivo principale della piattaforma é quella di poter essere un ambiente 100% friendly per neurodivergenti o persone con disabilità. Quindi niente abilismo, e soprattutto nessuna sensazione di essere un pezzo di carne in vendita dal macellaio tipica dei prodotti dei competitor. Hiki nasce nel 2019, con la filosofia che «tutti meritano di essere felici». Si dichiara inoltre un posto sicuro per la comunità Lgbtqia+.

Caratteristiche di Hiki

Pagina iniziale creazione account di Hiki
Pagina iniziale configurazione account di Hiki

Nonostante non si tratti di un’app per incontri sessuali, l’iscrizione é riservata ai maggiori di 18 anni. La prima cosa richiesta sono il nome e cognome (nel profilo pubblico verrà mostrato solo il nome di battesimo), il numero di telefono e un indirizzo email (che rimarranno privati). Dopodiché si dovrà procedere all’inserimento di almeno una fotografia (non é necessario che il volto sia visibile).

Alcune caratteristiche che é possibile aggiungere al proprio account

Passo successivo sarà la scelta degli interessi e delle proprie caratteristiche descrittive (opzionale e totalmente skippabile). Nella versione base é prevista una limitazione giornaliera di like. La funzione match é studiata in modo da separare chiaramente gli interessi romantici dal desiderio di amicizia. In allegato al like é possibile inviare un messaggio.

Dettaglio della funzione match di Hiki
Dettaglio della funzione match di Hiki che separa amicizia dall’interesse romantico

Tutti i dati sono modificabili in qualsiasi momento ogni volta, a eccezione del nome modificabile una volta sola. La cancellazione dell’account é semplicissima e si può fare in pochi click. L’app non contiene pubblicità e non vende dati personali a terze parti. Secondo le informazioni dichiarate sul sito web a finanziare la piattaforma sono gli acquisti in-app e gli abbonamenti.

Costi e Tariffe

immagini con i costi e i vantaggi della versione premium di Hiki
Costi e vantaggi della versione premium aggiornati a febbraio 2025

Il download, l’iscrizione e l’utilizzo dell’app é completamente gratuito. Tuttavia con un abbonamento periodico é possibile sbloccare funzionalità extra e avere meno limitazioni.

Conclusioni

Hiki é una dating app per neurodivergenti, e nel mondo neurodivergente dove la difficoltà a socializzare é all’ordine del giorno, una dating app simile potrebbe essere un modo simpatico per connettersi con persone di tutto il mondo con i tuoi stessi interessi speciali.

L’assenza di pubblicità invadente rende l’esperienza utente rilassata e meno bombardata da stimoli esterni. La versione ad abbonamento potrebbe avere i prezzi un po’ alti, ma fortunatamente la versione base risulta ancora completa e soddisfacente.

*contenuto non sponsorizzato

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La comunità transgender di Sassari si incontra per autofinanziarsi

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L’associazione locale Trans* Support! si incontrerà per un aperitivo di autofinanziamento. L’incontro inizierà alle 19:30 di mercoledì 26 giugno 2024 al Birrajò, locale del centro storico in Piazza Santa Caterina. Tutti i ricavi ottenuti, attraverso l’acquisto di gadget e illustrazioni, verranno utilizzati per supportare economicamente le persone della comunità transgender di Sassari in necessità.

Locandina dell’evento

Trans* Support! è un’associazione trans-femminista ed intersezionale che da oltre un anno è attiva a Sassari nel fornire aiuto e supporto alle persone della comunità transgender di Sassari nel loro percorso di affermazione di genere. L’associazione, che basa le proprie attività fisiche al CCS Borderline, sede del Movimento Omosessuale Sardo, tiene incontri mensili di auto-aiuto riservati alle persone transgender e a chiunque abbia perplessità sulla propria identità di genere.

Grazie a queste iniziative, negli ultimi anni, la comunità transgender si sta riprendendo tutti gli spazi da cui è stata esclusa in passato. Essere transgender è uno dei fattori che, in Italia e nel resto del Mondo, penalizza maggiormente una persona che sta cercando lavoro. Secondo tgeu.org, 320 persone trans o di genere non conforme sono state uccise da ottobre 2022 a settembre 2023. In maggioranza si trattava di persone assoggettate a razzializzazione e persone transfemminili.

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Inchiesta Transgender in Sardegna. Trans*Support! Sassari: «viziata da transfobia e senza fondamento scientifico»

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Tanti nuovi transgender in Sardegna, forse troppi. Per lo meno così viene suggerito dall’inchiesta di Ilenia Mura pubblicata sul giornale La Nuova Sardegna il 29 aprile 2025. Un’inchiesta basata su racconti anonimi e allarmistici fatti da genitori che «manco sapevano» cosa fosse la disforia di genere ma che allo stesso tempo non si fidano del parere di più medici, per paura di essere vittime di una lobby sommersa «da 15 miliardi di dollari» che lucrerebbe sulla vendita di ormoni.

Decine di genitori in crisi e terrorizzati dall’eventualità di assecondare questo possibile «capriccio» chiamato appunto disforia di genere, in alcuni casi auto-diagnosticata dagli stessi figli dopo aver passato ore da soli al computer a fare ricerche al riguardo e poi detta alla famiglia di punto in bianco senza preavviso. Genitori talmente presenti nella vita e nell’educazione dei loro figli che ora incolpano i social di averli condizionati in pochi anni a tal punto da fargli desiderare di cambiare sesso.

Adesso basta, ora papà e mamma coraggio raccontano come stanno le cose (in forma anonima) sulle pagine dello storico giornale sardo. Forse però con una superficialità inadeguata al palcoscenico che gli è stato dato.

Un allarmismo sordo anche alle spiegazioni degli specialisti. Perché, secondo questi testimoni, medici con esperienza pluridecennale e ben formati sulla complessità del tema asseconderebbero pedissequamente le autodiagnosi di ragazzini preadolescenti perché altrimenti questi ultimi si suiciderebbero. Per gli psichiatri quindi o gli Ormoni o Morte, senza sfumature.

Cosa dicono le associazioni Trans* (le persone realmente trans, quindi non “per capriccio”, “per confusione” o “per moda”)

Trans*Support! Sassari, associazione di auto-aiuto sarda nata a Sassari nel 2023 per supportare le persone Transgender nel processo di transizione e nella vita quotidiana, controbatte la pubblicazione dichiarandola viziata da transfobia e priva di fondamento scientifico. Nello specifico l’articolo asseconderebbe l’ondata conservatrice e reazionaria nata internazionalmente sulla base delle lotte anti-woke della seconda presidenza Trump con l’appoggio del magnate Elon Musk, rimasto sconvolto in prima persona per la transizione di genere mai accettata di una delle sue figlie.

Inchiesta Transgender in Sardegna. La risposta via sociale di Trans support Sassari
Estratto del comunicato via social

Trans*Support! ritiene queste dichiarazioni disallineate con la realtà dei fatti sarda, caratterizzata piuttosto da servizi insufficienti e inadeguati per le persone trans* e da una mentalità ancora chiusa, ostile, bigotta e sostanzialmente ancora influenzata dagli stereotipi negativi e macchiettistici ampiamente divulgati dai mass media fino a pochi anni fa (quindi certamente non una realtà impregnata di wokeism dove per moda o per capriccio la gente “diventa” trans con il benestare e il supporto della società circostante). L’associazione basa i propri dati sulla World Professional Association for Transgender Health (WPATH), e fa un monito affinché, a parlare di certe questioni, siano esperti del campo o quantomeno persone direttamente interessate (inteso come le persone transgender in primis).

Perché un allarmismo sui troppi transgender in Sardegna è fuori luogo

In una realtà conservatrice come la Sardegna, alludere a un’ondata di moda transgender e di medici mercenari delle lobby farmaceutiche che fabbricano diagnosi sulla pelle dei ragazzini per vendere ormoni è di un allarmismo insensato che vorrebbe cavalcare l’onda mediatica della sconclusionata crociata anti-woke dei multimilionari statunitensi. Tutto questo, probabilmente, con il fine di cercare tristemente di collegare in ogni modo la Sardegna con i fatti di attualità internazionale, in un tentativo ancora più triste di far sentire il sardo medio meno isolato dagli avvenimenti del mondo esterno, percepiti sennò come fenomeno di continente. Peccato che provare far sentire la Sardegna meno isolata dal Mondo giocando sulla pelle degli ultimi è una cosa piuttosto discutibile da fare.

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A Sassari proiezione gratuita del film “Nel mio nome”

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Il giorno venerdì 16 maggio 2025, alle ore 18:00 presso il cinema Cityplex Moderno di Sassari, ci sarà la proiezione del film Nel mio nome (2022) del regista Nicolò Bassetti. Ingresso libero e gratuito.

L’evento è organizzato dalla Società Umanitaria di Alghero, con il supporto locale delle associazioni AGEDO Nord Sardegna-Sassari, Trans*Support! Sassari in occasione della Giornata internazionale contro l’omobitransfobia, che avrà ricorrenza il 17 maggio.

Locandina proiezione gratuita del film Nel mio nome a Sassari
Locandina dell’evento

Prima della proiezione ci sarà una breve apertura da parte dei rappresentanti di AGEDO e Trans*Support!, seguita dall’introduzione del film a cura di Giusy Salvio. Al termine della proiezione ci sarà un incontro con il pubblico della Attivista per i diritti umani e le politiche di genere e volontaria di AGEDO Maria Paola Curreli.

La proiezione a Sassari di Nel mio nome rientra nella serie di iniziative culturali in occasione del Sardegna Pride, che avverrà a Sassari il prossimo 28 giugno.

(in copertina estratto della locandina del film)

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