Mar. Giu 17th, 2025

Italia

Aggressione a Milano, 22enne accoltellato perché gay

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Nuova aggressione nel centro di Milano. Un ragazzo di 22 anni è stato accoltellato nella tarda serata di venerdì 17 maggio in piazza Diaz. La violenza è esplosa fuori da un locale senza alcuna provocazione.

Stando a quanto poi raccontato ai carabinieri, il giovane sarebbe stato avvicinato da tre uomini e una donna tra i 18 e i 20 anni per la banale richiesta di una sigaretta. Improvvisamente il ragazzo sarebbe poi stato insultato in modo omofobo ed uno dei tre lo avrebbe colpito con quattro fendenti di coltello, dei quali due alla schiena, uno alla nuca e uno al braccio destro.

È stato lo stesso ragazzo in seguito a chiamare il 112. L’ambulanza e l’auto medica sono subito entrati piazza Diaz, però la ressa ha reso difficile il soccorso. I sanitari perciò hanno deciso di spostarsi nella vicina via Larga per avere più libertà di manovra. Raggiunto dai soccorsi, il 22enne è stato infine accompagnato al pronto soccorso del Policlinico in codice giallo.

Il branco ha poi fatto subito perdere le proprie tracce. Le indagini sono ora in corso, con i militari della Compagnia Duomo che stanno analizzando i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona per ricostruire la dinamica dei fatti e identificare i responsabili.

La gravità dell’aggressione

L’aggressione è avvenuta a cavallo della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. Proprio per quest’occasione, Sergio Mattarella aveva affermato «L’intolleranza per il diverso, l’indifferenza di fronte alle compressioni delle altrui libertà, costituiscono lacerazioni alla convivenza democratica. L’Italia non è immune da episodi di omotransfobia».

L’Italia, che non è firmataria della dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbtiq+, è uno dei paesi più discriminatori dell’UE. Nel 2022 i gay sono la terza categoria più odiata in Italia. Tra le zone più intolleranti, il Veneto, la Calabria e la città di Bari.

L’Italia, nell’ottobre 2017 è entrata a far parte del Core Group LGBTI, un gruppo interregionale di Paesi e organizzazioni, per promuovere i temi della lotta alla discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e della tutela dei diritti delle persone Lgbtiq+.

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Meloni storpia il Manifesto di Ventotene. Gli europeisti: «Vergogna»

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Giorgia Meloni attacca durante un discorso alla camera il Manifesto di Ventotene, testo fondante dell’Unione Europea. Immediatamente dure le opposizioni, che esortano la Premier a vergognarsi.

Il Movimento Federalista Europeo, movimento politico fondato dallo stesso Altiero Spinelli, dichiara che la presidente abbia deliberatamente estrapolato degli estratti dal testo completo ignorandone il contesto storico e il vero significato al solo fine di ridicolizzare il messaggio del documento per sua esclusiva opportunità politica. Questa tattica argomentativa si chiama cherry picking, ed è considerata una manipolazione della realtà altamente scorretta.

Durante il suo intervento durante i lavori alla camera del 19 marzo, la Premier Giorgia Meloni avrebbe infatti affermato che «Non mi è chiarissima l’idea d’Europa alla quale si fa riferimento», leggendo poi estratti sparuti del Manifesto di Ventotene che parlano di abolizione e limitazione della proprietà privata oppure di come «La politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria».

Intransigenti fin da subito i banchi dell’opposizione, che appena hanno capito il tentativo manipolatorio della Premier, hanno iniziato a manifestare il loro dissenso. «Ci sentiamo profondamente offesi e indignati» – dice Il vicecapogruppo di Avs Marco Grimaldi citato dall’Adnkronos – «Questo Paese, questa democrazia, questa Costituzione è nata anche a Ventotene». Chiosa invece Alfonso Colucci del Movimento 5 stelle: «Credo che alle gravissime parole che la presidente Meloni, un oltraggio alla nostra democrazia, la risposta migliore sia stata data dal presidente Mattarella» – affondando poi – «Quanto abbiamo sentito oggi in quest’aula dalla presidente del Consiglio è un oltraggio. Non c’è spazio in quest’aula per il fascismo e lei dovrebbe per primo alzarsi da quello scranno. Presidente, si vergogni».

L’attacco della Meloni contro il Manifesto di Ventotene. Le dichiarazioni dell’MFE

Immediata la presa di posizione del Movimento Federalista Europeo, che risponde a questo attacco gratuito.

Copertina comunicato stampa MFE riguardante la Meloni contro il Manifesto di Ventotene
Comunicato stampa del 10.03.25 “Vergogna Presidente Meloni!”

Il tentativo della Presidente del Consiglio oggi alla camera di storpiare il messaggio del Manifesto di Ventotene è solo un modo per cercare di nascondere la sua colpevole incapacità di portare l’Italia ad essere protagonista della costruzione dell’unità europea.
 
Quanto avvenuto oggi alla Camera è un fatto gravissimo, che ha suscitato la giusta indignazione e risposta delle opposizioni. La Presidente si è permessa di estrapolare dei brani dal testo complessivo del Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, ignorando il contesto storico in cui è stato scritto, per ridicolizzare il messaggio e la portata di questo testo considerato in Europa e nel mondo un testo fondante del progetto di unificazione europea.
 
Il Manifesto di Ventotene ha infatti acquisito una valenza europea e mondiale come testo di riferimento per l’unità europea sia per la caratura morale e politica dei suoi estensori, sia per le battaglie per la Federazione europea condotte da Altiero Spinelli nell’arco della sua vita, sia per l’attualità estrema del suo messaggio chiave: scritto nel 1941 contro il nazionalismo – che aveva portato gli europei a combattersi, ad uccidere la democrazia liberale portando al potere i movimenti totalitari e a scatenare due Guerre mondiali – indicava come unica via di uscita “per non ricadere nelle vecchie aporie” la costruzione di uno Stato federale che unisse i popoli d’Europa. Questa doveva diventare la battaglia politica del dopoguerra e la nuova linea di demarcazione tra progresso e reazione.
 
Il Manifesto di Ventotene torna oggi più che mai alla ribalta perché tornano i nazionalismi nel mondo e cercano di tornare in Europa; e perché oggi più che mai l’Europa ha bisogno di farsi federale per avere la forza di non essere schiacciata dal ritorno delle mire imperialiste delle altre potenze mondiali, per ricacciare il nazionalismo dalla scena politica e affermare il suo modello alternativo di Stato e di società giusta.
 
Oggi, la Presidente Meloni si è presa gioco di tutto questo e ha mostrato di non voler capire qual è il compito storico e politico che dovrebbe sapersi assumere chi guida il governo in Italia oggi: portare il nostro Paese a contribuire in modo sostanziale alla costruzione dell’unità politica federale dell’Europa.
 
VERGOGNA Presidente Meloni. Non solo la giudicherà la storia, ma i cittadini italiani capiranno presto che li vuole portare in un vicolo cieco.

Comunicato stampa del 10.03.25 “Vergogna Presidente Meloni!”

(in copertina immagine di repertorio Unione Europea)

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Via Libio 53, ancora tanto da fare. Intervista a Ico Bruzzi

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Parliamo subito di numeri. Quanti visitatori avete fatto in via Libio 53 nel 2024?

Quest’anno i numeri, più o meno, sono gli stessi degli anni passati (ovvero circa 1500 presenze). Chiaramente i mesi dove c’è più afflusso sono quelli estivi. Per migliorare le cose e fare il salto di qualità ci mancano sicuramente le navi da crociera, importantissime per i siti archeologici e per metterci allo stesso livello delle realtà vicine.

L’anno scorso avete saltato l’appuntamento con Monumenti aperti, dove eravate tappa fissa dal 2016. Avete ripreso i contatti l’iniziativa?

Sì, quest’anno parteciperemo sicuramente. Perché non dovremo contribuire come abbiamo sempre fatto?

Mi è stato detto che nel 2022 avete stipulato un accordo con i villaggi turistici di Platamona per far conoscere il vostro sito, che è stato un bel successo. È ancora attivo? Sta andando bene?

Sì, quello ce l’abbiamo sempre. Da dopo Pasqua e per tutti i mesi estivi continua a dare i suoi frutti.

Stipulare un accordo del genere è stata una mossa di marketing intelligente. Avete mai pensato di condividerlo con gli altri siti della città?

Certamente. Lo avevamo proposto già diversi anni fa, praticamente dal giorno dopo che abbiamo aperto il sito archeologico. La sua implementazione non dipende soltanto da noi, ma siamo sicuramente favorevoli su questo. Non si riesce a capire perché nelle altre realtà si fa e qua no …

Torniamo alle frequentazioni di via Libio 53. Quanti italiani e quanti stranieri visitano il sito? Quale tipo di utenza visita maggiormente il bene?

Chiaramente la maggior parte sono italiani. Molti sono qua in vacanza e sono di passaggio, e avendone sentito parlarne in quanto cosa unica in Sardegna, sono curiosi di venire a visitarlo. Lavoriamo molto quando arrivano le navi francesi, e grazie agli accordi di Platamona anche con molti tedeschi. Ci sono molte visite anche dagli spagnoli. Nel fine settimana poi, anche in periodi invernali, vengono spesso ragazzi che studiano archeologia oppure archeologi sardi e non solo.

Avete mai subito eventi spiacevoli, come danneggiamenti o problemi simili?

No. Sulla salvaguardia del sito siamo molto attenti, pur non ricevendo alcun finanziamento pubblico.

Il vostro sito è a gestione privata, ma è comunque un bene di tutti. Quali strumenti vorreste vi venissero dati?

Noi non percepiamo nessun finanziamento pubblico, è tutto gestito con spese personali. Ci autofinanziamo. Chiediamo un occhio di riguardo da parte dell’amministrazione. Non parlo necessariamente di denaro, ma anche solo maggiore visibilità.

Porto Torres soffre ancora di una forte stagionalizzazione turistica. Questo fatto come influenza il flusso di visitatori durante l’anno?

Dipende. In generale noi siamo aperti 7 giorni su 7, ma lavoriamo molto di più nei weekend. Nel mese di luglio fino al 20 agosto però le visite sono molto frequenti anche nelle altre giornate della settimana.

Collaborate con altre realtà, pubbliche o private?

Collaboriamo fin dall’inizio con alcune scuole medie e superiori della Gallura, dove nel periodo dopo Pasqua si avvicinano al sito diverse classi. Stiamo cercando di collaborare anche con il Sulcis-Iglesiente, grazie a degli archeologi del luogo che ci hanno promesso che entro quest’anno organizzeranno delle visite guidate. Vorremmo arrivare anche nella zona del cagliaritano. Il sito è ancora poco conosciuto, ma ci stiamo lavorando.

In chiusura, quale supporto chiedete alle istituzioni al vostro progetto?

Noi come già detto ci autofinanziamo. I soldi del biglietto di ingresso vengono reinvestiti nel sito archeologico. Non c’è nessun’altra realtà che ci supporta, nessun ente pubblico. Noi abbiamo sempre teso la mano per fare degli accordi che non sono mai arrivati. Ad esempio la cartellonistica, l’unica che c’è, è stata fatta da noi. Essendo un sito storico la sua valorizzazione creerebbe beneficio per tutta la città. Il prossimo anno saranno dieci anni dalla sua apertura, e fino a quando avremo le forze continueremo ad andare avanti. Non chiediamo tanto, solo un po’ di visibilità, magari un portierato e delle visite guidate fatte da personale qualificato. Se si vuole iniziare realmente a pensare che Porto Torres possa diventare una città turistica dovremo partire dal nostro passato. Deve entrarci in testa che abbiamo l’oro romano sotto i piedi.

(in copertina immagine di repertorio Nuova Isola)

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Manifesta contro il Papeete. Bloccato il passaporto per Raffaella Stacciarini

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Raffaella Stacciarini, segretaria dei Radicali Milano – Enzo Tortora, ha manifestato contro lo stabilimento balneare privato Papeete lo scorso 24 maggio. La protesta, effettuata contro la lobby dei balneari e per chiedere una maggiore concorrenza e legalità, ha portato al blocco del suo passaporto presso la questura. La segretaria dichiara sui social: «La notizia non è questa. La notizia è che le spiagge sono considerate bene pubblico solo quando vai a manifestarci».

Un ordinario flash mob per portare avanti una delle principali battaglie dei radicali contro il lobbismo in Italia. A quanto pare, la protesta pacifica degli undici attivisti è stata considerata lesiva dell’ordine pubblico locale, sulla base di un Regio Decreto ancora vigente emanato nel 1931 in pieno fascismo, che ha portato a provvedimenti amministrativi immediati che perdurano fino ad ora.

Viene dichiarato che nessuno dei partecipanti sarebbe poi stato avvisato di essere sotto inchiesta, scoprendolo solo leggendo i giornali.

Immediata la solidarietà della galassia radicale. Per la sezione di Milano di Più Europa «Punizione e repressione politica non devono essere tollerati». Solidarietà anche da parte dei Radicali Venezia, dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta (Torino), di Verona Radicale e Radicali Rimini. L’Associazione locale sarda Tonino Pascali – Sardegna Radicale commenta sui social: «In Italia si colpiscono i nonviolenti con le norme dei regimi passati».

(in copertina immagine di repertorio Wikimedia Commons CC BY-SA 4.0)

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Diritto alla casa in Costituzione. Ora la proposta di legge

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Diritto alla casa in Costituzione. Nei centri maggiori le case sono inaccessibili, nei piccoli comuni molte sono vuote. Il comitato Ma quale casa? ha avviato la promozione di una nuova campagna di raccolta firme per modificare gli artt. 44, 47 e 117 della Costituzione.

L’obiettivo è il riconoscimento del diritto all’abitazione in Costituzione e per l’attuazione delle politiche pubbliche necessarie a tutelarlo. L’iniziativa nasce come evoluzione delle proteste delle tende contro il caro affitti nelle grandi città italiane. La campagna può essere firmata online da questo link (è richiesta l’identità digitale).

La raccolta firme per il riconoscimento del diritto alla casa in Costituzione è iniziata l’11 marzo 2025 e ha un quorum fissato a 50.000 firmatari.

Ulteriori informazioni sul sito maqualecasa.it di proprietà dell’attivista Mattia Santarelli.

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Giovani in politica per legge? Ora la raccolta firme

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Piú giovani in politica e nelle istituzioni, ma come? È iniziata il 14 febbraio 2025 la raccolta firme per l’introduzione di quote generazionali in politica. Con la proposta di Legge “Guglielmo Minervini” – Quote Generazionali in Parlamento, nelle Regioni e nei Comuni questa necessità nel panorama politico italiano diventerebbe legge di stato.

Il progetto di legge di iniziativa popolare introdurrebbe infatti le quote generazionali di ogni età all’interno del Parlamento, dei Consigli regionali e nei Comuni. L’utilità della legge, intitolata al politico pugliese Guglielmo Minervini, sarebbe quella di migliorare la rappresentanza politica dei giovani e favorire il ricambio generazionale della classe dirigente.

Piú giovani in politica, info-grafica del referendum

Piú giovani in politica. Quali sarebbero le quote generazionali?

La proposta di legge suddivide la popolazione in tre fasce generazionali:

  • Giovani: fascia dai 18 ai 35 anni;
  • Adulti: fascia 36-55 anni;
  • Anziani: dai 56 anni in poi.

La quota di rappresentanza per ciascuna fascia di età sarà stabilita tenendo conto della composizione demografica della popolazione italiana basandosi sui dati ISTAT.

I partiti, le coalizioni e le liste civiche dovranno pertanto garantire l’alternanza tra candidati delle diverse fasce di età all’interno delle proprie liste. Ogni lista elettorale dovrà poi presentare candidati di età diversa in ogni sezione, e le liste dovranno essere predisposte in modo da favorire la rappresentanza proporzionale di ciascuna fascia di età. I partiti che rispettano le quote generazionali potranno beneficiare di incentivi economici.

La proposta di legge per garantire piú giovani in politica può essere firmata online sul sito del Ministero della Giustizia (é necessaria l’identità digitale).

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A cosa serve e chi promuove il referendum dell’8-9 giugno 2025

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Si avvicina il referendum cittadinanza dell’8 e 9 giugno. Grazie a questo referendum, sostanzialmente, verranno ridotti da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana. La cittadinanza, una volta ottenuta, sarebbe poi trasmessa ai figli e alle figlie minorenni del cittadino.

Grazie alla cittadinanza italiana i nuovi cittadini integrati potrebbero partecipare agevolmente a percorsi di studio all’estero, rappresentare l’Italia nelle competizioni sportive senza restrizioni, poter votare e poter partecipare ai concorsi pubblici.

Attualmente i tempi di attesa previsti sono inverosimili. Solo per fare richiesta bisogna aspettare 10 anni. Nei fatti, però, il percorso è molto più lungo, se si sommano il tempo necessario per maturare i requisiti (ad esempio, maturare il reddito richiesto) e i lunghi tempi di attesa per la valutazione della domanda da parte della pubblica amministrazione. Con queste aggiunte si arriverebbe facilmente ad almeno 15 anni.

Chi promuove il referendum cittadinanza dell’8-9 giugno 2025

Lo spot del referendum

La Campagna è promossa dal Comitato Promotore Referendum Cittadinanza. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale www.referendumcittadinanza.it (sito di proprietà di +Europa). Recentemente, la mattina di sabato 3 maggio, si è svolto a Cagliari un incontro con Riccardo Magi per discutere dei requisiti referendari.

Le associazioni coinvolte

Il comitato è composto dalle associazioni Italiani senza cittadinanza, CoNNGI, Dalla parte giusta della storia, Idem Network, Libera, Razzismo Brutta Storia, Gruppo Abele, Società della Ragione, ASGI, A Buon Diritto, ARCI, ActionAid, Oxfam Italia, CittadinanzAttiva, Open Arms, Forum disuguaglianze e diversità, Recosol, MAEC, InOltre – Alternativa progressista, InMenteItaca, Gaynet, Federazione Italiana Emigrazione Immigrazione, Le contemporanee, Avvocatocittadinanza.it, COSPE, Lista civica Immagina Greve, Gay.it, SenzaConfine, CIES ONLUS, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Cooperativa On the Road, Associazione API, Garda Diritti, Melting Pot Europa, Livorno Civica, Associazione Sportello Migranti 49, Associazione Inclusiv3, Dimmi di Storie Migranti, ICSE,Teach For Italy, Associazione ANOLF Bologna, Federconsumatori Abruzzo, Progettomondo, Consorzio delle ONG piemontesi, Sinistra civica ecologista, Unione solidale donne latinoamericane, Associazione il Pettirosso, Matera rumore, Cittadini del mondo, ACMOS, LVIA, Strali, Minerva Sapienza, Giovani Democratici dell’Emilia-Romagna, Arciragazzi Nazionale APS, Associazione Avvocati Albanesi in Italia,Associazione Concorsia APS, Casalnuovo Coraggiosa, Cescam Jevoli, Pari – Associazione Culturale, Associazione ASIRI ODV, Cooperativa Impresa Sociale Ruah, Jules Verne APS, ReteMilano OdV, Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora, La lucerna laboratorio interculturale, Sea Watch, la lucerna laboratorio interculturale, Movimento migranti e rifugiati, Centro sociale ex canapificio, Comitato Cittadinanza di Tivoli (PSI), Mondinsieme, Associazione Shqiponja, TerraLeydi Aps, UIKI, Laicitalia Aps, Мирный протест. Contro la guerra & per la Russia libera, Democrazia atea, Giovani Democratici Abruzzo, Terzo Millennio- Laboratorio di Umana Solidarietà, 34 Testa al Sud, Gruppo consiliare Chiesina, Adesso!, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Movimento di Volontariato Italiano, Officina Comune, Codiasco, Coordinamento Diaspore in Sardegna, Bangladesh Immigrants’ Association, Rete della conoscenza, Coordinamento Diaspore in Sardegna – Co.D.I.Sard, Associazione Soomaaliya Onlus, Federazione Giovani Socialisti.

I partiti politici che sostengono l’iniziativa

Più Europa, Possibile, Radicali Italiani, Partito Socialista Italiano, Rifondazione Comunista, Partito Democratico, Europa Verde-Verdi, Sinistra italiana.

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Sciopero della fame per giustizia e diritti: chi lo fa in Sardegna

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Dal 10 maggio 2025 Chiara Squarcione, membro del consiglio direttivo di Europa Radicale e della giunta dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta di Torino, e Laura Di Napoli, coordinatrice dell’Associazione Tonino Pascali – Sardegna Radicale, hanno iniziato assieme ad altri militanti radicali uno sciopero della fame ad oltranza per sostenere l’appello di Nessuno tocchi Caino. Questa mobilitazione si affianca allo sciopero della fame ad oltranza di Rita Bernardini, iniziato il 23 aprile 2025.

L’appello, rivolto ai parlamentari, chiede un anno di riduzione della pena per tutti i detenuti e l’eliminazione dal Decreto-legge “Sicurezza” di tutte le parti ritenute incostituzionali. In particolare si fa riferimento al nuovo reato di resistenza passiva nelle carceri e nei CPR e la nuova normativa sulle detenute madri.

«Serve un atto di giustizia e responsabilità politica: un indulto è oggi necessario per ridurre la pressione intollerabile che grava sul sistema penitenziario italiano» – dichiara Laura Di Napoli – «Non si tratta solo di dare respiro alle carceri, ma di riaffermare il principio costituzionale del rispetto della dignità umana».

Laura Di Napoli sulla destra e Chiara Squarcione sulla sinistra (foto concessa)

«Il Decreto-legge Sicurezza è il frutto di una mentalità securitaria e criminalizzante che mina i principi fondamentali dello Stato di diritto» – aggiunge Chiara Squarcione – «Il provvedimento, in più parti incostituzionale, colpisce categorie fragili come i detenuti e le madri ristrette, e introduce strumenti repressivi che rappresentano un arretramento grave sul piano dei diritti civili e umani».

Sciopero della fame. Chi aderisce in Italia


Alla mobilitazione partecipano anche l’Associazione Enzo Tortora – Radicali Milano, l’ Associazione Fabiano Antoniani – Radicali Cremona, Radicali Rimini – Piergiorgio Welby, Verona Radicale, Radicali Parma e l’Associazione Radicali Napoli – Ernesto Rossi.

Ciascuna di queste realtà sta promuovendo attività e iniziative per rafforzare l’impatto e la visibilità dell’iniziativa politica nonviolenta in corso. La richiesta comune è rivolta al parlamento italiano, che è chiamato a fare un atto di giustizia e umanità.

Informazioni del comunicato stampa Associazione Tonino Pascali – Sardegna Radicale del 10.05.25 DIGIUNO AD OLTRANZA PER INDULTO E CONTRO DL SICUREZZA.

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Rita Bernardini termina sciopero della fame. Apertura di La Russa

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Fine dello sciopero della fame per Rita Bernardini. In data 15 maggio 2025 le associazioni Sardegna Radicale-Tonino Pascali, Nessuno Tocchi Caino ed Europa Radicale fanno sapere tramite comunicato stampa che Rita Bernardini, presidente di Nessuno tocchi Caino, ha sospeso al 22° giorno lo sciopero della fame. Lo sciopero era stato intrapreso per sostenere la proposta di un anno di riduzione di pena per tutti i detenuti.

La decisione è stata presa in seguito all’apertura manifestata dal Presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha riconosciuto il sovraffollamento carcerario come problema prioritario e ha indicato come possibile soluzione la proposta di legge sulla liberazione anticipata presentata dall’On. Roberto Giachetti (IV), basata su un testo predisposto dalla stessa Nessuno tocchi Caino. La sospensione dello sciopero da parte della Bernardini è avvenuta durante il convegno “Per un gesto di clemenza nelle carceri” organizzato da La Valle di Ezechiele, grazie a Don David Riboldi.

Tuttavia, la mobilitazione nonviolenta prosegue. Le attiviste Laura Di Napoli e Chiara Squarcione, oggi al sesto giorno di sciopero della fame, fanno sapere di voler continuare ad oltranza. Insieme a loro ci sono circa altre 150 persone che portano avanti l’iniziativa a staffetta, per mantenere alta l’attenzione sull’emergenza carceraria e sostenere l’adozione della proposta dell’On. Giachetti. Anche il Vicepresidente del CSM Fabio Pinelli ha espresso sostegno alla proposta, sottolineando la necessità di affrontare con urgenza il problema del sovraffollamento. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella invece ha più volte richiamato l’attenzione sulle condizioni inumane e degradanti nelle carceri italiane.

Laura Di Napoli sulla destra e Chiara Squarcione sulla sinistra (foto concessa)

La mobilitazione quindi non si arresta: l’azione nonviolenta dei radicali continua a fare pressione sulla politica italiana.

Le parole di Rita Bernardini alla fine dello sciopero della fame

Sospendo lo sciopero della fame come segno di riconoscimento di questa importante apertura politica volta a superare pregiudizi e ad affrontare un problema non rinviabile, quello del crescente sovraffollamento carcerario che crea condizioni inumane e degradanti per i detenuti e i ‘detenenti’, cioè, chi in carcere ci lavora a partire dalla polizia penitenziaria. La mia è una sospensione e chiedo intanto alle oltre 150 persone che hanno aderito all’iniziativa nonviolenta di sciopero della fame di proseguirlo per accompagnare insieme questo processo che oggi ha visto un’apertura politica significativa

Rita Bernardini 15 maggio 2025

(in copertina immagine concessa. Copyright Sardegna Radicale-Tonino Pascali e Nessuno Tocchi Caino)

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