Piú giovani in politica e nelle istituzioni, ma come? È iniziata il 14 febbraio 2025 la raccolta firme per l’introduzione di quote generazionali in politica. Con la proposta di Legge “Guglielmo Minervini” – Quote Generazionali in Parlamento, nelle Regioni e nei Comuni questa necessità nel panorama politico italiano diventerebbe legge di stato.
Il progetto di legge di iniziativa popolare introdurrebbe infatti le quote generazionali di ogni età all’interno del Parlamento, dei Consigli regionali e nei Comuni. L’utilità della legge, intitolata al politico pugliese Guglielmo Minervini, sarebbe quella di migliorare la rappresentanza politica dei giovani e favorire il ricambio generazionale della classe dirigente.
Piú giovani in politica. Quali sarebbero le quote generazionali?
La proposta di legge suddivide la popolazione in tre fasce generazionali:
Giovani: fascia dai 18 ai 35 anni;
Adulti: fascia 36-55 anni;
Anziani: dai 56 anni in poi.
La quota di rappresentanza per ciascuna fascia di età sarà stabilita tenendo conto della composizione demografica della popolazione italiana basandosi sui dati ISTAT.
I partiti, le coalizioni e le liste civiche dovranno pertanto garantire l’alternanza tra candidati delle diverse fasce di età all’interno delle proprie liste. Ogni lista elettorale dovrà poi presentare candidati di età diversa in ogni sezione, e le liste dovranno essere predisposte in modo da favorire la rappresentanza proporzionale di ciascuna fascia di età. I partiti che rispettano le quote generazionali potranno beneficiare di incentivi economici.
La proposta di legge per garantire piú giovani in politica può essere firmata online sul sito del Ministero della Giustizia (é necessaria l’identità digitale).
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
La Sardegna risponde al DDL Sicurezza. E con lo slogan ”Cristo risorge. E lo Stato ti segnala” nasce il giorno di Pasqua 2025 la piattaforma divulgativa Legalizziamo in Sardegna (L!), creata con lo scopo di promuovere la cultura di un uso responsabile delle droghe leggere. No al proibizionismo e al bigottismo quindi. Il progetto é una risposta al DDL Sicurezza promosso inizialmente da Matteo Piantedosi, Carlo Nordio e Guido Crossetto e recentemente trasformato in Decreto Legge n. 48/2025.
Il portale Legalizziamo in Sardegna é una piattaforma promossa dalla Cellula Coscioni Sardegna e da Sardegna Radicale-Tonino Pascali.
Presentazione Legalizziamo in Sardegna
Il DDL Sicurezza é stata una delle ultime manovre del Governo Meloni, approvato dal parlamento e dal Presidente Mattarella nonostante le numerose critiche e le centinaia di firme raccolte per chiederne l’affossamento. Secondo gli esperti ONU dei diritti umani, il nuovo decreto legge metterebbe seriamente a rischio le libertà fondamentali degli italiani, soprattutto per le limitazioni date alla popolazione di riunirsi e manifestare e per le definizioni vaghe riguardanti al terrorismo, che porterebbe a interpretazioni arbitrarie delle disposizioni.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
Tanti nuovi transgender in Sardegna, forse troppi. Per lo meno così viene suggerito dall’inchiesta di Ilenia Mura pubblicata sul giornale La Nuova Sardegna il 29 aprile 2025. Un’inchiesta basata su racconti anonimi e allarmistici fatti da genitori che «manco sapevano» cosa fosse la disforia di genere ma che allo stesso tempo non si fidano del parere di più medici, per paura di essere vittime di una lobby sommersa «da 15 miliardi di dollari» che lucrerebbe sulla vendita di ormoni.
Decine di genitori in crisi e terrorizzati dall’eventualità di assecondare questo possibile «capriccio» chiamato appunto disforia di genere, in alcuni casi auto-diagnosticata dagli stessi figli dopo aver passato ore da soli al computer a fare ricerche al riguardo e poi detta alla famiglia di punto in bianco senza preavviso. Genitori talmente presenti nella vita e nell’educazione dei loro figli che ora incolpano i social di averli condizionati in pochi anni a tal punto da fargli desiderare di cambiare sesso.
Adesso basta, ora papà e mamma coraggio raccontano come stanno le cose (in forma anonima) sulle pagine dello storico giornale sardo. Forse però con una superficialità inadeguata al palcoscenico che gli è stato dato.
Un allarmismo sordo anche alle spiegazioni degli specialisti. Perché, secondo questi testimoni, medici con esperienza pluridecennale e ben formati sulla complessità del tema asseconderebbero pedissequamente le autodiagnosi di ragazzini preadolescenti perché altrimenti questi ultimi si suiciderebbero. Per gli psichiatri quindi o gli Ormoni o Morte, senza sfumature.
Cosa dicono le associazioni Trans* (le persone realmente trans, quindi non “per capriccio”, “per confusione” o “per moda”)
Trans*Support! Sassari, associazione di auto-aiuto sarda nata a Sassari nel 2023 per supportare le persone Transgender nel processo di transizione e nella vita quotidiana, controbatte la pubblicazione dichiarandola viziata da transfobia e priva di fondamento scientifico. Nello specifico l’articolo asseconderebbe l’ondata conservatrice e reazionaria nata internazionalmente sulla base delle lotte anti-woke della seconda presidenza Trump con l’appoggio del magnate Elon Musk, rimasto sconvolto in prima persona per la transizione di genere mai accettata di una delle sue figlie.
Estratto del comunicato via social
Trans*Support! ritiene queste dichiarazioni disallineate con la realtà dei fatti sarda, caratterizzata piuttosto da servizi insufficienti e inadeguati per le persone trans* e da una mentalità ancora chiusa, ostile, bigotta e sostanzialmente ancora influenzata dagli stereotipi negativi e macchiettistici ampiamente divulgati dai mass media fino a pochi anni fa (quindi certamente non una realtà impregnata di wokeism dove per moda o per capriccio la gente “diventa” trans con il benestare e il supporto della società circostante). L’associazione basa i propri dati sulla World Professional Association for Transgender Health (WPATH), e fa un monito affinché, a parlare di certe questioni, siano esperti del campo o quantomeno persone direttamente interessate (inteso come le persone transgender in primis).
Perché un allarmismo sui troppi transgender in Sardegna è fuori luogo
In una realtà conservatrice come la Sardegna, alludere a un’ondata di moda transgender e di medici mercenari delle lobby farmaceutiche che fabbricano diagnosi sulla pelle dei ragazzini per vendere ormoni è di un allarmismo insensato che vorrebbe cavalcare l’onda mediatica della sconclusionata crociata anti-woke dei multimilionari statunitensi. Tutto questo, probabilmente, con il fine di cercare tristemente di collegare in ogni modo la Sardegna con i fatti di attualità internazionale, in un tentativo ancora più triste di far sentire il sardo medio meno isolato dagli avvenimenti del mondo esterno, percepiti sennò come fenomeno di continente. Peccato che provare far sentire la Sardegna meno isolata dal Mondo giocando sulla pelle degli ultimi è una cosa piuttosto discutibile da fare.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
Si avvicina il referendum cittadinanza dell’8 e 9 giugno. Grazie a questo referendum, sostanzialmente, verranno ridotti da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana. La cittadinanza, una volta ottenuta, sarebbe poi trasmessa ai figli e alle figlie minorenni del cittadino.
Grazie alla cittadinanza italiana i nuovi cittadini integrati potrebbero partecipare agevolmente a percorsi di studio all’estero, rappresentare l’Italia nelle competizioni sportive senza restrizioni, poter votare e poter partecipare ai concorsi pubblici.
Attualmente i tempi di attesa previsti sono inverosimili. Solo per fare richiesta bisogna aspettare 10 anni. Nei fatti, però, il percorso è molto più lungo, se si sommano il tempo necessario per maturare i requisiti (ad esempio, maturare il reddito richiesto) e i lunghi tempi di attesa per la valutazione della domanda da parte della pubblica amministrazione. Con queste aggiunte si arriverebbe facilmente ad almeno 15 anni.
Chi promuove il referendum cittadinanza dell’8-9 giugno 2025
Lo spot del referendum
La Campagna è promossa dal Comitato Promotore Referendum Cittadinanza. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale www.referendumcittadinanza.it (sito di proprietà di +Europa). Recentemente, la mattina di sabato 3 maggio, si è svolto a Cagliari un incontro con Riccardo Magi per discutere dei requisiti referendari.
Le associazioni coinvolte
Il comitato è composto dalle associazioni Italiani senza cittadinanza, CoNNGI, Dalla parte giusta della storia, Idem Network, Libera, Razzismo Brutta Storia, Gruppo Abele, Società della Ragione, ASGI, A Buon Diritto, ARCI, ActionAid, Oxfam Italia, CittadinanzAttiva, Open Arms, Forum disuguaglianze e diversità, Recosol, MAEC, InOltre – Alternativa progressista, InMenteItaca, Gaynet, Federazione Italiana Emigrazione Immigrazione, Le contemporanee, Avvocatocittadinanza.it, COSPE, Lista civica Immagina Greve, Gay.it, SenzaConfine, CIES ONLUS, Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli, Cooperativa On the Road, Associazione API, Garda Diritti, Melting Pot Europa, Livorno Civica, Associazione Sportello Migranti 49, Associazione Inclusiv3, Dimmi di Storie Migranti, ICSE,Teach For Italy, Associazione ANOLF Bologna, Federconsumatori Abruzzo, Progettomondo, Consorzio delle ONG piemontesi, Sinistra civica ecologista, Unione solidale donne latinoamericane, Associazione il Pettirosso, Matera rumore, Cittadini del mondo, ACMOS, LVIA, Strali, Minerva Sapienza, Giovani Democratici dell’Emilia-Romagna, Arciragazzi Nazionale APS, Associazione Avvocati Albanesi in Italia,Associazione Concorsia APS, Casalnuovo Coraggiosa, Cescam Jevoli, Pari – Associazione Culturale, Associazione ASIRI ODV, Cooperativa Impresa Sociale Ruah, Jules Verne APS, ReteMilano OdV, Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora, La lucerna laboratorio interculturale, Sea Watch, la lucerna laboratorio interculturale, Movimento migranti e rifugiati, Centro sociale ex canapificio, Comitato Cittadinanza di Tivoli (PSI), Mondinsieme, Associazione Shqiponja, TerraLeydi Aps, UIKI, Laicitalia Aps, Мирный протест. Contro la guerra & per la Russia libera, Democrazia atea, Giovani Democratici Abruzzo, Terzo Millennio- Laboratorio di Umana Solidarietà, 34 Testa al Sud, Gruppo consiliare Chiesina, Adesso!, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Movimento di Volontariato Italiano, Officina Comune, Codiasco, Coordinamento Diaspore in Sardegna, Bangladesh Immigrants’ Association, Rete della conoscenza, Coordinamento Diaspore in Sardegna – Co.D.I.Sard, Associazione Soomaaliya Onlus, Federazione Giovani Socialisti.
I partiti politici che sostengono l’iniziativa
Più Europa, Possibile, Radicali Italiani, Partito Socialista Italiano, Rifondazione Comunista, Partito Democratico, Europa Verde-Verdi, Sinistra italiana.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
Dal 10 maggio 2025 Chiara Squarcione, membro del consiglio direttivo di Europa Radicale e della giunta dell’Associazione Radicale AdelaideAglietta di Torino, e Laura Di Napoli, coordinatrice dell’Associazione Tonino Pascali – Sardegna Radicale, hanno iniziato assieme ad altri militanti radicali uno sciopero della fame ad oltranza per sostenere l’appello di Nessuno tocchi Caino. Questa mobilitazione si affianca allo sciopero della fame ad oltranza di Rita Bernardini, iniziato il 23 aprile 2025.
L’appello, rivolto ai parlamentari, chiede un anno di riduzione della pena per tutti i detenuti e l’eliminazione dal Decreto-legge “Sicurezza” di tutte le parti ritenute incostituzionali. In particolare si fa riferimento al nuovo reato di resistenza passiva nelle carceri e nei CPR e la nuova normativa sulle detenute madri.
«Serve un atto di giustizia e responsabilità politica: un indulto è oggi necessario per ridurre la pressione intollerabile che grava sul sistema penitenziario italiano» – dichiara Laura Di Napoli – «Non si tratta solo di dare respiro alle carceri, ma di riaffermare il principio costituzionale del rispetto della dignità umana».
Laura Di Napoli sulla destra e Chiara Squarcione sulla sinistra (foto concessa)
«Il Decreto-legge Sicurezza è il frutto di una mentalità securitaria e criminalizzante che mina i principi fondamentali dello Stato di diritto» – aggiunge Chiara Squarcione – «Il provvedimento, in più parti incostituzionale, colpisce categorie fragili come i detenuti e le madri ristrette, e introduce strumenti repressivi che rappresentano un arretramento grave sul piano dei diritti civili e umani».
Sciopero della fame. Chi aderisce in Italia
Alla mobilitazione partecipano anche l’Associazione Enzo Tortora – Radicali Milano, l’ Associazione Fabiano Antoniani – Radicali Cremona, Radicali Rimini – Piergiorgio Welby, Verona Radicale, Radicali Parma e l’Associazione Radicali Napoli – Ernesto Rossi.
Ciascuna di queste realtà sta promuovendo attività e iniziative per rafforzare l’impatto e la visibilità dell’iniziativa politica nonviolenta in corso. La richiesta comune è rivolta al parlamento italiano, che è chiamato a fare un atto di giustizia e umanità.
Informazioni del comunicato stampa Associazione Tonino Pascali – Sardegna Radicale del 10.05.25 DIGIUNO AD OLTRANZA PER INDULTO E CONTRO DL SICUREZZA.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
Fine dello sciopero della fame per Rita Bernardini. In data 15 maggio 2025 le associazioni Sardegna Radicale-Tonino Pascali, Nessuno Tocchi Caino ed Europa Radicale fanno sapere tramite comunicato stampa che Rita Bernardini, presidente di Nessuno tocchi Caino, ha sospeso al 22° giorno lo sciopero della fame. Lo sciopero era stato intrapreso per sostenere la proposta di un anno di riduzione di pena per tutti i detenuti.
La decisione è stata presa in seguito all’apertura manifestata dal Presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha riconosciuto il sovraffollamento carcerario come problema prioritario e ha indicato come possibile soluzione la proposta di legge sulla liberazione anticipata presentata dall’On. Roberto Giachetti (IV), basata su un testo predisposto dalla stessa Nessuno tocchi Caino. La sospensione dello sciopero da parte della Bernardini è avvenuta durante il convegno “Per un gesto di clemenza nelle carceri” organizzato da La Valle di Ezechiele, grazie a Don David Riboldi.
Tuttavia, la mobilitazione nonviolenta prosegue. Le attiviste Laura Di Napoli e Chiara Squarcione, oggi al sesto giorno di sciopero della fame, fanno sapere di voler continuare ad oltranza. Insieme a loro ci sono circa altre 150 persone che portano avanti l’iniziativa a staffetta, per mantenere alta l’attenzione sull’emergenza carceraria e sostenere l’adozione della proposta dell’On. Giachetti. Anche il Vicepresidente del CSM Fabio Pinelli ha espresso sostegno alla proposta, sottolineando la necessità di affrontare con urgenza il problema del sovraffollamento. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella invece ha più volte richiamato l’attenzione sulle condizioni inumane e degradanti nelle carceri italiane.
Laura Di Napoli sulla destra e Chiara Squarcione sulla sinistra (foto concessa)
La mobilitazione quindi non si arresta: l’azione nonviolenta dei radicali continua a fare pressione sulla politicaitaliana.
Le parole di Rita Bernardini alla fine dello sciopero della fame
Sospendo lo sciopero della fame come segno di riconoscimento di questa importante apertura politica volta a superare pregiudizi e ad affrontare un problema non rinviabile, quello del crescente sovraffollamento carcerario che crea condizioni inumane e degradanti per i detenuti e i ‘detenenti’, cioè, chi in carcere ci lavora a partire dalla polizia penitenziaria. La mia è una sospensione e chiedo intanto alle oltre 150 persone che hanno aderito all’iniziativa nonviolenta di sciopero della fame di proseguirlo per accompagnare insieme questo processo che oggi ha visto un’apertura politica significativa
Rita Bernardini 15 maggio 2025
(in copertina immagine concessa. Copyright Sardegna Radicale-Tonino Pascali e Nessuno Tocchi Caino)
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