Ven. Mag 2nd, 2025

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Autismo: Associazioni richiedono all’Europa più inclusione

BRUXELLES: Autismo España, associazione spagnola per i diritti delle persone autistiche, chiede presso la commissione per le petizioni (PETI) rassicurazione riguardo la nuova Carta Europea della Disabilità in relazione alle necessità di inclusione per l’autismo e altre disabilità invisibili.

Punto principale è la garanzia di riconoscimento delle necessita delle persone autistiche e una maggiore armonizzazione dei diritti dei disabili in tutta l’Unione Europea.


L’intervento di Autismo España

Ana Terrón e María Pindado, rappresentanti dell’associazione Autismo España, hanno dibattuto ll 28 febbraio 2023 a Bruxelles. Il fine è stato ottenere maggiori rassicurazioni per le persone autistiche di tutta Europa.

Nel primo intervento Ana Terrón porta come esempio tutte le difficoltà e le barriere sociali che gli autistici affrontano nella società spagnola.

Successivamente, la sua collega María Pindado ha concluso l’arringa chiedendo esplicitamente maggiore consapevolezza da parte della comunità medica al fine di garantire un adeguato riconoscimento della condizione di invalidità degli autistici in modo tale che essi possano beneficiare in maniera soddisfacente della nuova Carta Europea della disabilità.

Autismo e inclusione: La risposta delle istituzioni europee

La rappresentante della commissione europea, Inmaculada Placencia, in risposta alle richieste di Autismo España ha sottolineato la necessità per una maggiore consapevolezza sui bisogni delle persone con «disabilità invisibili».

Ha inoltre precisato che attualmente il riconoscimento delle disabilità è una prerogativa esclusiva dei singoli stati. Conclude poi affermando che la Carta europea delle disabilità serve solamente per far sì che questo riconoscimento sia portato a livello europeo e non più solo nazionale.

Oltre ai rappresentanti della Commissione europea a prendere parola sono stati in tutto 5 membri dell’Europarlamento.

Sostanzialmente tutti sono stati d’accordo col concetto di un rafforzamento dei diritti delle persone autistiche al fine di sopprimere le barriere sociali.

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Note


Riarmo europeo, von der Leyen lancia il “ReArm Europe Plan”

La Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha presentato ai leader dell’UE il “ReArm Europe Plan”, il piano di riarmo europeo.

Questa azione arriva in risposta a Donald Trump, che rimette in gioco il destino di tutto il continente europeo a causa delle sue posizioni opportuniste riguardo una pace sbilanciata in Ucraina.

Ora, secondo il Movimento Federalista Europeo1Comunicato stampa 6 marzo 2025 “L’Europa al bivio – Subire o reagire”, la partita per resistere alla pressione congiunta di Trump e Putin si dovrà giocare rapidamente nel giro delle prossime settimane.

Gli Stati europei sono attualmente deboli militarmente, divisi e timorosi di perdere il supporto americano. Per la von der Leyen bisogna ora agire riaffermando la sovranità europea. Reagire passa innanzitutto, come ha sottolineato la sera di mercoledì 5 marzo Emmanuel Macron nel suo discorso alla Nazione, dalla necessità di difendere l’Ucraina e fermare la Russia. Ciò richiede azioni rapide e forti, comprese possibili alleanze con partner extra-UE che condividono questo obiettivo.

Un altro punto chiave sarebbe l’aumento della spesa militare, rendendo gli eserciti più efficienti e sviluppando rapidamente la capacità europea. Sotto questo aspetto le proposte della Commissione prevedono un mix di strumenti finanziari.

La difesa militare dell’Unione Europea

Attualmente, la difesa europea è basata sul coordinamento tra singoli Stati ispirato alla NATO, dove ogni paese mantiene il controllo delle proprie forze. Questo modello secondo diversi osservatori mantiene debole l’UE militarmente e terrebbe alti gli sprechi finanziari.

L’Europa oggi, secondo l’MFE, si trova di fronte a una scelta cruciale: subire o reagire. Una scelta che dipenderebbe dall’unirsi o restare politicamente divisi.

(in copertina immagine di repertorio Wikimedia Commons CC BY-SA 3.0)

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Le Chat, un’intelligenza artificiale Made in Europe da Mistral AI

La startup francese Mistral AI, fondata nel 2023, ha appena lanciato Le Chat, un nuovo assistente AI che offre un servizio sull’onda di Chat GPT e Gemini. Punto cardine del prodotto è la massima tutela della privacy degli utenti.

L’industria digitale europea, se paragonata a quella di Cina e USA, è ancora tremendamente indietro. La dipendenza dell’Unione Europea in settori strategici da dei partner ambigui e inaffidabili è diventata, ormai sotto gli occhi di tutti, altamente problematica. Con le nuove politiche isolazioniste di Donald Trump poi nel blocco europeo è rinata ovunque la necessità di svincolarsi, almeno nei settori cruciali, dai propri compagni d’affari.

Se la Cina non offre molte garanzie in termini di privacy, gli USA (oltre ad avere comunque regolamenti sulla privacy meno robusti rispetto alle GDPR europee) con la loro instabilità politica sono diventati collaboratori scomodi.

Arriviamo dunque a Mistral AI. Con il suo nuovo prodotto Le Chat, la nostra start-up parigina ora offre agli utenti un nuovo e facile strumento di assistenza digitale, utile per lavoratori e studenti per ogni tipo di necessità. Seppur con modelli qualitativamente differenti da Chat GPT e Gemini, gli europei ora hanno un cavallo su cui puntare.

Costi e tariffe di Le Chat di Mistral AI

Anche nella versione gratuita Le Chat si presenta come molto veloce. Le limitazioni consistono sostanzialmente in un limite al numero di richieste, alla velocità di risposta (nel caso di molte domande), a un’elaborazione dei dati minore e alla poca personalizzazione dell’interfaccia utente.

Costi Le Chat a febbraio 2025
Prezzi aggiornati a febbraio 2025

La versione a pagamento offre invece un numero illimitato di messaggi al giorno, la garanzia di utilizzare sempre i modelli più veloci e aggiornati e un accesso esteso a notizie di cronaca e di giornale. È possibile infine sottoscrivere un abbonamento team, con il quale si possono acquistare più licenze contemporaneamente. Gli studenti universitari poi hanno la possibilità di fare un abbonamento a prezzi molto bassi.

Anche se gli altri assistenti IA sono già in uno stadio di sviluppo avanzato, Le Chat di Mistral AI, seppur con le sue limitazioni, con i giusti investimenti risulta promettente.

Che lo sviluppo comunitario in determinati campi non dipenda dal cittadino medio è certo, ma se gli utenti (specialmente universitari, dato l’abbonamento irrisorio) iniziassero a dare attenzione a certi progetti, anche l’Unione Europea inizierebbe a ritagliarsi propri spazi in settori fondamentali attualmente dominati da altri.

*contenuto non sponsorizzato

(in copertina immagine creata con Le Chat)

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Tre anni di guerra in Ucraina. Evento di dibattito online

Il 24 febbraio 2025 ricorreranno tre anni di guerra in Ucraina. È previsto, per lunedì 17 febbraio 2025 alle ore 19:00, un appuntamento sulla piattaforma Google Meet per parlare dell’evoluzione del conflitto in Ucraina dall’inizio fino a ora e delle misure dell’Unione Europea a sostegno dell’Ucraina.

Verranno inoltre discusse le possibili implicazioni geopolitiche del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. L’evento è organizzato dalla Gioventù Federalista Europea italiana (GFE).

Locandina dell’evento.

Il dibattito prevede la partecipazione di Vincenzo Camporini, già Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, e di Federico Castiglioni, ricercatore presso Istituto Affari Internazionali (IAI).

Vincenzo Camporini al 43° Seminario di Ventotene (Foto Pitzoi Arcadu)

Sarà possibile collegarsi seguendo il link nella Bio del canale Instagram ufficiale di GFE Italia.

(in copertina immagine di repertorio Matti Karstedt)

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Bluesky, 2 settimane sul social network che sfida i colossi

Ci troviamo già da due settimane su Bluesky, il nuovo social network che, dopo aver cannibalizzato la fanbase di X, ora sfida Threads. Ancora molto ridotta (ma in costante crescita) la community italiana, mentre già consolidate per casi fortuiti altre realtà nazionali come quella brasiliana.

Bluesky si presenta come un social network già visto, ma diverso dal solito. La veste grafica è del tutto simile a quella di Twitter dei vecchi tempi. La sua gestione, invece, non è in mano né ad una multinazionale o tanto meno al miliardario annoiato di turno, ma è volontariamente decentralizzata. Non ha pubblicità, ed il feed può essere modellato a piacimento dall’utente, senza quindi nessun algoritmo che ti impone cosa possa piacerti.

Aspetto di un profilo personale visto da smartphone

Un’idea non proprio originale, ma che funziona. L’idea di un social network decentralizzato nacque infatti anni fa, grazie ad un progetto finanziato proprio dall’ex-Twitter nel 2019. È diventato poi un progetto indipendente nel 2021, poco prima del subentro di Elon Musk dentro il colosso blu un tempo molto in voga ma adesso in rapido declino.

Dopo i primi anni di open beta, caratterizzati da un’iscrizione possibile solo su invito, ora Bluesky social, con la sua nuova farfallina azzurra come logo (che ricorda tristemente quella di MSN), brucia le tappe superando in tempi record 10 milioni di utenti attivi. Questo, come già detto, è stato principalmente per pura fortuna, a causa di manovre di mercato infelici di altri suoi competitor.

Bluesky ora gode di una buona fama e la sua utenza è destinata a crescere. L’iscrizione è gratuita ed i nuovi utenti italofoni hanno l’opportunità di essere i pionieri della sempre più folta community italiana. Attualmente il principale difetto sono ancora i pochi utenti ed una conseguente sensazione di echo-chamber, ma niente di irrimediabile.

Cosa gli sviluppatori riservano per il futuro è ancora molto cangiante. Sta di fatto che Bluesky social offre un buon connubio fra una ventata di aria fresca ed una ricetta già vista e ben collaudata che dona un senso di familiarità e sicurezza. Personalmente io non impazzisco per lo strapotere delle big company nel mondo social. Per chi ha un pensiero simile potrebbe dare un’occasione a questa nuova piattaforma.

*contenuto non sponsorizzato

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Tensioni in Somalia per la riforma costituzionale

SOMALIA:  Le recenti riforme alla costituzione somala hanno causato l’inasprirsi delle tensioni nella già fragile situazione politica del paese. Lo stato autonomo del Puntland in risposta a queste manovre ha rifiutato di riconoscere le modifiche alla costituzione somala e si è ritirato dal sistema federale.

La testata italiana Africa Rivista, citando le fonti locali di Hiiraan.com, riporta l’acuirsi di nuove tensioni nel paese del corno d’Africa, che dall’ormai lontana caduta di Siad Barre non è mai più riuscito a ritrovare una stabilità sociale e geopolitica duratura.


Leggi anche: Somalia: modifica della costituzione, ma il Puntland non ci sta (Africa Rivista)


Le nuove riforme della costituzione somala

Nei giorni scorsi il Parlamento somalo ha approvato quasi all’unanimità una profonda riforma della costituzione vigente approvata inizialmente nel 2012. Le nuove riforme alla costituzione somala portano il paese di stampo federale ad un sistema di gestione del potere più centralizzato. Il nuovo assetto della costituzione somala garantisce infatti un maggiore controllo del potere al Presidente federale a discapito dei singoli governi e dei maggiori clan tribali.

Questo nuovo riassetto del potere ha allertato le autorità del Puntland. Secondo Mohamud Aidid Dirir, ministro dell’Informazione del Puntland, queste modifiche rischiano di aggravare ulteriormente la situazione di violenza nel paese. Sempre secondo il ministro questa manovra è frutto di un comportamento scorretto del Presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud. Secondo lui quest’ultimo userebbe il parlamento federale come strumento per «portare l’autorità nelle sue mani».

In un’intervista rilasciata al Guardian lo stesso Mohamud Aidid Dirir contestualizza meglio le sue preoccupazioni per la nuova costituzione somala affermando: «Siamo un Paese fragile che si sta ancora riprendendo da una guerra civile, che non ha una politica stabile. Se il potere si concentrasse nelle mani di una sola persona, si correrebbe il rischio di ritornare alla guerra civile. Abbiamo sempre avvertito che ciò potrebbe accadere».

La reazione del Puntland

A causa di queste modifiche il Puntland, che accusa in aggiunta che il governo centrale lo ha ostacolato nel momento in cui ha cercato di partecipare alle consultazioni, ha detto che per questa ragione non riconoscerà i cambiamenti. In conclusione il Ministro Dirir afferma: «Non dichiareremo l’indipendenza, ma il Puntland resterà da solo finché non verrà consultato».

Il Puntland è uno dei cinque stati federali della Somalia. È stato istituito come entità autonoma e separata nel 1998 ed è l’amministrazione regionale più potente del Paese. Le relazioni fra il governo centrale somalo ed il Puntland sono caratterizzate dal susseguirsi di tensioni diplomatiche e spinte secessioniste con conseguente paralisi nello sviluppo dell’area.

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Terapie assistite da sostanze psichedeliche, ora la raccolta firme

Partirà il 14 gennaio 2025 la raccolta firme, capitanata da Psychedelicare.eu, per chiedere alla Commissione europea di esprimersi sulle terapie assistite da sostanze psichedeliche (TAP). Obiettivo della campagna è la raccolta di un milione di firme in tutta l’Unione Europea (almeno 7 stati membri) in non oltre 12 mesi. La raccolta firme avverrà sullo stesso sito della Commissione europea.

In Italia lo fa sapere l’Associazione Luca Coscioni (partner di PsychedeliCare) tramite il suo portale legalizziamo.it. «Contribuiremo dall’Italia insieme ad altre realtà» – afferma l’associazione dai suoi canali social – «alla raccolta firme sul sito della Commissione europea». Lo PsychedeliCare, promotore dell’attività in tutta Europa, è un collettivo multidisciplinare di professionisti provenienti da oltre 15 paesi.

un flacone di LSD a uso medico, ampiamente utilizzato per le Terapie assistite da sostanze psichedeliche.
Un flacone di LSD per uso clinico (foto wikimedia commons CC0)

La terapia assistita da psichedelici è un trattamento terapeutico che adopera la somministrazione di sostanze quali, LSD, DMT, psilocibina e non solo, in associazione alla psicoterapia1Alain Bernasconi & Valentina Vukovljak “Terapie psichedeliche:stato dell’arte e implicazioni per le cure infermieristiche”.

Le Terapie assistite da sostanze psichedeliche – I precedenti in Italia

Già a settembre 2024 l’Associazione Luca Coscioni aveva lanciato un appello al governo italiano per includere le TAP nelle cure palliative, arrivando a 5000 firme fra i quali 170 professionisti.

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Trump contro UE: «Si sono approfittati di noi, dazi anche per loro»

La guerra commerciale di Trump dei dazi contro il libero scambio ora si sposta anche in UE. Dopo aver salassato e compromesso il commercio con Cina, Messico e Canada (ben 25% di rincaro con i paesi vicini e il 10% contro la Cina), il presidente repubblicano vuole adesso ridimensionare i rapporti anche con il partner europeo. Anche l’Italia sarà colpita, nonostante i rapporti di amicizia personale con il premier Giorgia Meloni.

Secondo The Donald infatti il partner europeo avrebbe trattato ingiustamente gli americani, e adesso vorrebbe regolare i conti, affermando: «non c’è un calendario ma arriverà molto presto». Francia e Germania hanno promesso di rispondere tramite gli strumenti preposti dalla stessa Unione Europea «rispondendo ai dazi con i dazi». Sulle nuove politiche Pechino commenta invece: «così nessun vincitore».

I dazi di Trump contro l’UE sono gli ultimi arrivati dopo quelli alla Cina, al Messico e al Canada. Dopo queste prime manovre, ora Donald spinge nuovamente l’acceleratore sull’isolazionismo statunitense. Tutto questo nonostante pure lui abbia confessato che queste politiche porteranno inizialmente in sofferenza gli americani. Il grande imprenditore infatti rimane comunque fiducioso che, almeno nel lungo termine, questo renderà l’America più forte che mai e la porterà a una nuova età dell’oro. Non sono d’accordo diversi osservatori come ad esempio il Wall Street Journal, che ha definito le nuove politiche come «La più stupida guerra commerciale della storia».

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USA, la battaglia di Donald Trump contro il transgenderismo

Fin dalle prime ore del suo insediamento, il tycoon Donald Trump bombarda l’America con i suoi famigerati ordini esecutivi. Dal rinominare il Golfo del Messico in Golfo d’America fino ai nuovi diktat che bersagliano la comunità transgender. Un bersaglio principale per Donald Trump sono stati infatti i transgender.

Per il rieletto presidente, che ritiene di essere stato salvato da Dio per rendere l’America grande, sesso biologico e identità di genere sono la stessa cosa e non ne esisterebbero altri al di fuori di quelli assegnati alla nascita, come quello non-binary (ritenuto invece valido da vari studi della stessa American Psychological Association). L’imprenditore newyorkese afferma inoltre che le persone trans abbiano uno stile di vita «poco onorevole» e non adatto agli standard «molto elevati» delle forze armate (nonostante le diverse migliaia di persone transgender attualmente in servizio).

Donald Trump ritratto ufficiale 2025
Donald Trump ritratto ufficiale 2025

Con queste premesse le conseguenze nella società statunitense sono state immediate: Subito fuori i trans dall’esercito e dalle scuole e vietata la transizione di genere agli under 19 anche se approvata da un medico qualificato (e pesantemente ostracizzato in generale l’accesso alle terapie ormonali). Nelle carceri invece gli individui trans dovranno essere tradotti in ambienti allineati al proprio sesso di nascita, senza curarsi della loro incolumità e dell’altissimo rischio di stupri e aggressioni.

Donald Trump e la «follia transgender»

Per Mr. Trump, imprenditore laureato in economia, la dottrina scientifica secondo cui il sesso biologico e l’identità di genere sono separati sarebbe una follia. Con queste manovre il nuovo presidente “ringrazia” così le frange più estremiste e conservatrici dei suoi elettori. «Porremo fine alle mutilazioni sessuali infantili» dichiarava energico nei suoi raduni elettorali. «È un rinfrescante ritorno alla sanità mentale», ha invece esultato, riportato in Italia da Open, lo studio legale conservatore Alliance Defending Freedom.

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Trump: «Cadono gli aerei? Colpa dei disabili»

Donald Trump, neoeletto presidente degli Stati Uniti d’America, ha una risposta per ogni cosa. Alla luce del recente disastro aereo di Washington, la sua spiegazione all’evento sarebbe che, durante le amministrazioni Biden e Obama, sarebbero state assunte troppe persone con disabilità in ruoli chiave, con mansioni inadatte alla loro condizione. Trump ha affermato, per rafforzare le critiche ai suoi predecessori, che «Io ho raziocinio, ma sfortunatamente molte persone no. Servono persone competenti, non ci importa della loro razza». Alla domanda se visiterà il sito dell’incidente, il presidente risponde ironico «Dove sarebbe il sito? In acqua? Volete che vada a nuotare?».

fotografia di aero simile a quello coinvolto nell'incidente
Un Bombardier CRJ700 simile a quello del disastro

Tutto questo affermato in conferenza stampa, senza alcuno studio o prova a sostegno della tesi. La nuova arringa di Trump contro i disabili servirebbe come giustificazione per tagliare i fondi federali dedicati ai programmi di uguaglianza e inclusione.

Troppi controllori di volo con disabilità psichiche o fisiche in America. A denunciarlo non c’è nessuno studio o rapporto interno, solamente il Presidente repubblicano Trump. Queste affermazioni, che vanno ad attaccare gratuitamente una vastissima categoria di persone, servono all’imprenditore newyorkese per giustificare l’imminente taglio dei fondi federali agli uffici che si occupano di inclusione, diritti, ambiente e diversità e il licenziamento di massa di svariati impiegati. Trump ha parlato di voler dare priorità all’assunzione solo a persone «brillanti, fuori dal comune» o «geni naturalmente dotati».

Le caratteristiche ricercate da Trump (che appartengono anche ai disabili)

C’è da evidenziare che con queste sole caratteristiche un candidato modello, se non fosse già deceduto, sarebbe il fisico Stephen Hawking. L’ufficiale della Royal Navy in pensione Sir Nick Hine, militare autistico inglese, ha affermato in una sua vecchia intervista che «Sinceramente, l’autismo mi ha reso un ufficiale della marina migliore».

Molte cosiddette disabilità infatti hanno come effetto collaterale quello di acuire i sensi e di far sviluppare altamente il pensiero laterale, caratteristiche essenziali per “essere fuori dal comune”. Condizioni psichiche che rientrano nel termine più generico di disabilità, come l’ADHD o lo spettro autistico, non necessariamente portano a incapacità intellettive o attitudinali. Altre condizioni come l’epilessia (espressamente citata dal tycoon) possono non essere completamente invalidanti ed essere tenute sotto controllo dalle terapie. In ultimo, prima di poter lavorare in un ruolo chiave, a prescindere dalle politiche di inclusione e uguaglianza (e di un effettiva disabilità presunta o riconosciuta), c’è sempre il benestare di un’autorità esterna qualificata.

(in copertina immagine di repertorio Wikimedia Commons CC BY-SA 2.0)

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