Ven. Mag 2nd, 2025

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Le donne con disabilità trascurate dalla Commissione europea

L’8 marzo 2025 la Commissione europea ha pubblicato un cronoprogramma1Documento “A Roadmap for Women’s Rights” del 07.03.25 che riporta i punti fondamentali per rafforzare i diritti delle donne. Tuttavia, non si menziona niente riguardo una maggiore tutela per le donne con disabilità. Questo, secondo Andre Felix, responsabile della comunicazione dell’European Disability Forum (EDF), è una mancanza incomprensibile e imperdonabile.

Con questa tabella di marcia la Commissione intende rafforzare il suo impegno per l’emancipazione delle donne e delle ragazze. L’obiettivo finale è quello della piena realizzazione di una società equa dal punto di vista del genere in Europa e nel mondo. Il documento prodotto ha lo scopo infatti di fornire indicazioni per le future misure del prossimo paper riguardante una Strategia per la parità di genere2Gender Equality Strategy.

Nello specifico però, il documento della Commissione non fa alcuna menzione all’inclusione significativa nella leadership e nel processo decisionale delle donne e delle ragazze con disabilità. Nel documento poi non si dichiara nessuna misura per vietare e porre fine alla sterilizzazione forzata e nessuna azione mirata per ridurre il livello di povertà all’interno della categoria.

«Donne e ragazze con disabilità non possono più essere lasciate indietro» – Commenta Pirkko Mahlmäki, presidentessa del Comitato per le donne dell’EDF – «ora è cruciale che queste vengano incluse nel prossimo documento sulla strategia per la parità di genere».

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“legge russa” in Georgia, l’ira popolare sfuria nelle piazze

MIgliaia di giovani sono scesi in piazza contro la nuova “legge russa” per proteggere il loro Paese dal rischio di tornare sotto l’orbita di Mosca e scongiurare l’abbandono del cammino verso l’UE.

Un provvedimento, quello della “legge russa”, voluto dal partito al governo Sogno Georgiano-Georgia Democratica (kartuli otsneba – demok’rat’iuli sakartvelo) ed inteso dalle opposizioni come una minaccia alla libertà dei media ed alle aspirazioni del Paese svincolarsi dall’influenza di Mosca. L’appellativo di “legge russa” deriva infatti dalla somiglianza del provvedimento con la legislazione in vigore in Russia, che ostacola sul nascere i media indipendenti e tutte le realtà politiche dissidenti nei confronti del Cremlino.

Con grande travaglio, martedì 14 maggio il parlamento della Georgia ha approvato in terza ed ultima lettura la contestata legge sugli agenti stranieri. La legge prevede che le ONG ed i media indipendenti che ricevono più del 20 per cento dei loro finanziamenti da donatori stranieri dovranno registrarsi come organizzazioni “portatrici di interessi di una potenza straniera”.

I cosidetti portatori di interessi di una potenza straniera sarebbero poi monitorati dal ministero della Giustizia e potrebbero essere costretti a condividere informazioni sensibili. I manifestanti, che protestano in piazza da mesi, temono che la legge venga utilizzata dal governo per reprimere il dissenso in un’ottica filorussa ed antidemocratica.

Nelle sempre più aspre proteste ci sarebbero anche decine di arresti tra i manifestanti. La polizia è intervenuta a Tbilisi per disperdere i dimostranti con l’impiego di gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e proiettili di gomma. Poco dopo il voto di martedì, alcuni delle migliaia di manifestanti radunatasi davanti il Parlamento hanno sfondato le recinzioni di ferro installate sul perimetro esterno del palazzo e fatto ingresso nel cortile.

La “legge russa” anti-ONG. Perché queste sono così importanti

La corruzione endemica nel paese dal crollo dell’Unione Sovietica ha portato le ONG a diventare mediatori cruciali tra attori economici locali e donatori internazionali.

Dal 2003, sempre più professionisti delle ONG hanno ottenuto ruoli governativi di alto livello. Di conseguenza, allo stato attuale oltre 25mila ONG operano nel paese, con il 90% dei fondi provenienti dall’estero.

Se la “legge russa” fosse approvata, questi flussi potrebbero essere minacciati, destabilizzando settori chiave come istruzione, sanità, giustizia, agricoltura ed infrastrutture, poiché le organizzazioni georgiane non riuscirebbero a ricevere finanziamenti locali né supporto pubblico sufficiente.

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Riunificazione delle Forze Armate libiche: La situazione al 2023

ROMA: Il 22 marzo 2023 il Capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone ed il suo omologo del Governo di Unità Nazionale Libico Muhammad Al-Haddad hanno firmato un accordo che affida all’Italia il compito di addestrare le forze speciali libiche.

Questo è un passo avanti sia per la pacificazione del paese in crisi dal 2011 sia per la stabilizzazione geopolitica dell’area, che inizierebbe a perdere influenza dal Cremlino.

Per le fonti italiane questo è un passo in avanti che implica una rimodulazione della presenza militare italiana nel Paese africano 

Con questo nuovo accordo infatti la Missione italiana in Libia (MIASIT), concentrata attualmente su un supporto meramente sanitario nelle zone di Misurata, adesso può assumere una nuova veste in grado di tutelare anche gli interessi politici e militari di Roma nella sua ex colonia ed iniziare un operazione di stabilizzazione su una scala più ampia.

Per Roma infatti è di fondamentale importanza sostenere progetti di stampo militare considerati indispensabili per sbloccare la situazione difficile che il paese soffre da anni.

Un esempio concreto di questi progetti prevede la costituzione di battaglioni unitari tripolino-cirenaici da poter inviare in missione in luoghi come Fezzan, la provincia meridionale della Libia sede di importanti stabilimenti petroliferi e minerari ed attualmente diventata passaggio obbligato per traffici illegali di ogni tipo.

Province Libia

La ricostituzione unitaria delle Forze Armate è alla base della stabilizzazione della Libia

Alcuni analisti sostengono che la scelta italiana di addestrare le forze speciali del Governo di Tripoli sia una mossa che non consente la distensione dei rapporti tra la stessa Tripoli e Tobruk.

Secondo altre fonti invece l’accordo Cavo Dragone-Haddad si inserisce proprio nel solco della nuova politica militare “unitaria” mirata alla costruzione di un esercito unico chiesta a gran voce da Washington e sostenuta anche dai più disparati partner impegnati nel processo di stabilizzazione del paese.

Con questo accordo l’unificazione delle Forze Armate libiche, seppur molto lontana, non è più una chimera

Il progetto, venuto fuori lo scorso 2 marzo a ridosso della African Chiefs of Defense Conference, è sostenuto con entusiasmo dagli Stati Uniti. L’augurio di Washington è abbastanza palese: allentare i rapporti, finora molto stretti, tra l’LNA di Haftar e la Russia di Putin.

Mosca infatti, attraverso la presenza radicata del Gruppo Wagner in Cirenaica, ha rafforzato la cooperazione militare con il gruppo che fa riferimento al Maresciallo Khalifa Haftar. Lo scopo ultimo russo sarebbe quello di rafforzare la propria presenza all’interno del Mediterraneo.

Il processo di riunificazione delle Forze Armate libiche, allo stato attuale ancora embrionale, è una delle chiavi di volta per impedire alla Russia di espandere la propria presenza nel paese africano ed è sostenuto da Roma, Ankara, Londra, Parigi e Washington.

Tutte queste potenze, schierate su fronti diversi nella crisi libica, concordano all’unanimità su un punto fondamentale: evitare il radicamento dell’influenza russa in Libia e ricostituire lo Stato libico per avviare la stabilizzazione della fascia regionale che va dal Sahel alla costa mediterranea dell’Africa.

La riunificazione delle Forze Armate libiche risponderebbe quindi ad una doppia esigenza: allentare la presa del Cremlino in Libia ed accelerare il passo per la stabilizzazione del Paese.

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Relazioni Serbia/Kosovo: La situazione oggi

OCRIDA: In Macedonia del Nord il Primo Ministro Albin Kurti (Kosovo) e il Presidente Aleksandar Vučić (Serbia) hanno approvato sotto l’egida UE l’Allegato di implementazione del Piano UE per la normalizzazione delle relazioni serbo-kosovare.

Un eventuale successo del processo di normalizzazione delle relazioni bilaterali fra i due paesi contribuirebbe in modo molto rilevante alla stabilità dei Balcani occidentali, collocando inoltre i progressi compiuti nella prospettiva di un avvicinamento all’Unione Europea delle due parti in causa.

L’incontro di Bruxelles del 27 febbraio 2023

Già a febbraio Francia e Germania predisposero una bozza di accordo di 11 punti da sottoporre a Belgrado e Priština diventata nota come “Piano UE”.

Nel vertice di Bruxelles del 27 febbraio 2023, in seguito a un’azione incisiva da parte di Europa e Stati Uniti volta a persuadere Aleksandar Vučić e Albin Kurti, i due leader accettarono il piano iniziando così le trattative.

Le disposizioni del documento proposto dall’UE, pur non arrivando a contemplare un riconoscimento ufficiale dell’indipendenza kosovara da parte della Serbia, chiamavano le due parti a normalizzare le relazioni e a condurre queste ultime nel rispetto delle norme della Carta ONU.

Questo primo incontro portò alla luce due punti critici:

  • La concessione da parte del Kosovo di un certo grado di autogoverno alla minoranza serba e la conseguente creazione della cosiddetta “Associazione delle Municipalità” dei comuni a maggioranza serba;
  • La non opposizione da parte di Belgrado all’ingresso del Kosovo nelle organizzazioni internazionali.

A causa di queste criticità non risolte al termine delle trattative i due leader non apposero la loro firma sul documento.

L’incontro di Ocrida del 19 marzo 2023

A seguito delle trattative di febbraio é stato organizzato un secondo incontro ad Ocrida per discutere circa le modalità di attuazione del piano. Vučić e Kurti hanno partecipato al meeting sotto l’egida all’Alto Rappresentante Josep Borrell.

Al termine dell’incontro, durato dodici ore, lo stesso Borrell ha annunciato l’arrivo di un’intesa fra le due parti. Ancora una volta però il documento non é stato firmato.

I punti principali dell’intesa:

  • Il Kosovo si impegna ad avviare immediatamente dei negoziati per conferire alla comunità serba un adeguato livello di autogoverno;
  • Le parti accettano di stabilire un comitato congiunto di monitoraggio, presieduto dall’UE, incaricato di assicurare l’implementazione di tutti i punti in esame;
  • L’UE si impegna a organizzare entro 150 giorni una conferenza dei donatori per mettere a punto un pacchetto di investimenti e di supporto finanziario per Kosovo e Serbia.

Intesa Serbia-Kosovo: le reazioni internazionali

Unione Europea

Nonostante non sia stata apposta nessuna firma lo stesso Josep Borrell ha garantito il carattere vincolante dell’intesa raggiunta. Secondo il rappresentante speciale UE Miroslav Lajčak, il carattere vincolante scaturirebbe tanto dall’annuncio fatto da Borrell in persona al termine dell’incontro, quanto dalla sua inclusione nell’ambito del processo di avvicinamento all’Unione Europea dei due Paesi.

Italia

Il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha affermato che l’accordo di Ocrida offre un’opportunità eccezionale per proseguire lungo la strada della normalizzazione dei rapporti Belgrado-Priština, auspicando la messa a punto in tempi rapidi dell’Associazione delle municipalità.

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Somalia, nuovo ban per le armi pesanti nella capitale

MOGADISCIO: Dopo i recenti successi nella guerra di liberazione da Al-Shabaab avvenuti in tutto il territorio somalo, una nuova legge è arrivata per rendere Mogadiscio più sicura e tranquilla: Verranno infatti proibiti mezzi da guerra ed armi pesanti in tutto il territorio municipale ad eccezione del personale autorizzato.

Secondo gli esperti non c’è mai stata una misura di sicurezza simile dai tempi di Siad Barre.



Cosa dice il nuovo ban per le armi

La decisione nasce per prevenire che i terroristi di Al-Shabaab, camuffati da militari regolari, possano arrecare danno alla città ed i suoi cittadini. Dopo le numerose sconfitte che quest’ultima ha patito negli ultimi mesi si teme infatti qualche forma di rappresaglia contro la capitale e la popolazione.

Il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud ha spiegato il motivo del ban dicendo «Quando qualcuno vede un veicolo pesantemente armato e pieno di soldati sfrecciare per le vie principali di Mogadiscio, nessuno è d’accordo nel dire che questa città sia sicura. Girare con armi pesanti nella capitale non è più consentito».

Gli unici mezzi armati a poter circolare d’ora in poi saranno solo quelli autorizzati presso specifici checkpoint, dove verranno ispezionati e verrà inoltre verificata l’identità del personale di bordo.

Il ban include anche l’importazione da parte dei commercianti di qualsiasi tipo di equipaggiamento militare, incluse divise e capi di abbigliamento in generale.

Secondo gli esperti questa notizia dimostra i passi avanti eseguiti dal paese verso una situazione di pace e stabilità, mai avvenuta in maniera così concreta dai tempi del crollo del regime di Siad Barre nel 1991.

Secondo Mohamed Farah Aliyow, «Dal crollo del regime (quello di Siad Barre n.d.r.) in poi non c’è stato nessun piano di sicurezza credibile ed efficace che abbia aiutato la stabilità della città. Ora invece, il ban delle armi dalle strade è un buon passo avanti».

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Allarme siccità in Somalia: Il Governo risponde

MOGADISCIO: Il 2 Aprile 2023 il governo federale somalo (FGS) e l’organizzazione internazionale delle migrazioni (IOM) hanno firmato un nuovo accordo. Questa nuova intesa stanzierà ulteriori 45 milioni di dollari in supporto ai rifugiati in fuga dai territori colpiti dalla grave siccità degli ultimi mesi.

Cosa succede in Somalia

La Somalia, terra da decenni dilaniata da povertà e guerra, è stata recentemente colpita da una nuova piaga: La siccità.

Questa gravissima siccità, secondo i testimoni locali senza nessun precedente, ha colpito il 90% dei distretti del paese ed ha già ucciso circa 43 mila persone e costretto alla fuga 3,8 milioni di persone. Data la gravità della situazione le cifre sono tristemente destinate a salire.

Per chi fugge dalle terre colpite non esiste la possibilità di tornare a casa: Le già scarse riserve idriche sono esaurite, la terra è diventata incoltivabile e la conseguente moria degli animali da allevamento ha definitivamente distrutto ogni forma di sostentamento.

Attualmente gli sfollati in fuga provenienti dall’entroterra si dirigono verso i principali centri più ricchi della Somalia (Mogadiscio, Baidoa e Garowe), dove il governo ha allestito dei campi profughi.

Siccità in Somalia: Il nuovo accordo fra Governo e IOM

Questo accordo, che come già detto stanzierà 40 milioni di dollari (in aggiunta ai 20 milioni già stanziati dalla Banca Mondiale), ha come scopo il potenziamento del sistema di soccorso governativo attualmente dispiegato.

La IOM fornirà in primo luogo a nome del governo somalo rifornimenti sanitari ed alimentari ai profughi. Nelle città dove sono stati allestiti i campi profughi (Mogadiscio, Baidoa e Garowe) verranno inoltre forniti alloggi, assistenza finanziaria e servizi igienici di prima necessità.

Dopo la firma dell’accordo il Ministro Ismail Abdirahman Sheikh Bashir ha ringraziato la IOM per il supporto fornito, non mancando di elogiare anche la Banca Mondiale per lo stesso motivo.

Ha dichiarato inoltre che i finanziamenti ricevuti dimostrano la ritrovata fiducia internazionale nei confronti del governo somalo, considerato ormai capace sia di gestire da sé calamità su larga scala sia di sviluppare e realizzare progetti a lungo termine.

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Israele intensifica attacchi a Gaza, ignorando pressioni USA

La visita di Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale statunitense, non è bastata per placare gli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza.

La Casa Bianca ha di recente inviato il consigliere americano (che non ritiene che quello che succede a Gaza sia un genocidio) per interfacciarsi con i leader israeliani. L’obiettivo principale di Sullivan era quello di convincere la leadership dello stato di Netanyahu a condurre attacchi più mirati contro Hamas ed evitare aggressioni distruttive su larga scala (ovvero quelle finora perpetrate).

Al 19 maggio 2024, stando a fonti di Al Jazeera, gli scontri armati hanno ucciso più di 35mila palestinesi, incluse donne e bambini.

I colloqui e la situazione a Gaza

Sullivan ha parlato con il Presidente della Repubblica Isaac Herzog ed avrebbe dovuto anche incontrare il premier Benjamin Netanyahu. Il premier israeliano si ritrova ad essere il massimo esponente della linea dura contro Hamas-Palestina. Netanyahu infatti ha dichiarato di voler proseguire gli attacchi a Rafah anche senza il sostegno degli USA. Per questo motivo, subisce fortissime pressioni in patria, con numerose proteste nelle maggiori piazze israeliane. In suo aiuto arriva Joe Biden che, nonostante lo abbia ufficialmente ammonito dal continuare l’assalto a Rafah, continua a fornire supporto bellico e diplomatico ad Israele.

L’attacco su larga scala a Rafah ha provocato, secondo le Nazioni Unite, un’emergenza profughi di più di 800 mila palestinesi. Il governo israeliano, sordo contro ogni condanna, continua a difendersi sostenendo che tali operazioni così distruttive sono assolutamente “necessarie” per distruggere ogni roccaforte di Hamas.

L’IDF (Israel Defense Forces) ha condotto incessantmente operazioni militari via terra e via aria. La stessa IDF, con la sua condotta spregiudicata, è arrivata a colpire anche dei campi profughi (come accertato per il campo profughi di Nuseirat).

A testimonianza il giornalista di Al Jazeera Hani Mahmoud, inviato sul luogo degli scontri. Egli riferisce di come edifici residenziali che ospitano intere famiglie di profughi sono indistintamente presi di mira dalle bombe. Come conseguenza, questi vengono rasi al suolo, uccidendo gli occupanti.

Residenti di Jabalia, città a 4 chilometri da Gaza City, parlano invece di come i militari ritornino a rastrellare più e più volte aree fuori dagli scontri precedentemente dichiarate libere.

In conclusione, la condotta cieca e distruttiva di Netanyahu sembra per gli osservatori non prendere minimamente coscienza di un dopoguerra con conseguente ricostruzione (anche diplomatica e sociale) della Palestina. Di conseguenza è prevedibile come le situazioni di contrasto decennali della delicata questione palestinese saranno in futuro più gravi che mai.

(in copertina immagine di repertorio Wikimedia Commons credit: Saleh Najm e Anas Sharif)

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Autism-Europe, lanciata la campagna «Not invisible»

BRUXELLES: Autism-Europe Aisbl (AE), in occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo del 2 aprile 2024, lancia con un comunicato stampa la sua nuova campagna «Not invisible» dedicata al supporto dei diritti delle persone autistiche.

Dal 2 aprile in poi AE utilizzerà i suoi canali social per divulgare azioni di consapevolezza per il supporto delle persone autistiche ed estratti di esperienze di vita dei loro membri.


Leggi anche: Autismo: Associazioni richiedono all’Europa più inclusione


Autism-Europe (AE), l’associazione senza scopo di lucro fondata per tutelare i diritti delle persone autistiche in Europa, in prossimità delle elezioni europee di giugno 2024, ha lanciato la sua nuova campagna (che d’ora in poi avrà cadenza annuale) «Not invisible».

Secondo l’associazione, che nel 2023 ha compiuto quarant’anni di servizio, sono necessarie azioni urgenti per contrastare le discriminazioni e l’abilismo quotidiano che le persone autistiche subiscono in tutta Europa in ogni aspetto della loro vita.

Le persone autistiche in Europa

L’associazione ha stimato che solo in Europa sono 7 milioni le persone autistiche. In aggiunta, altri studi dimostrano che solo il 20% di questi ultimi ha un impiego lavorativo stabile.

Nonostante tutti i progressi svolti negli ultimi anni, molti autistici affrontano quotidianamente barriere sociali che intaccano seriamente la loro qualità di vita. Conseguentemente subiscono forti danni alla loro salute mentale, finanziaria e sociale. Secondo i report, ad essere ancora più discriminate sono le donne autistiche e gli autistici appartenenti ad una minoranza etnica.

Le persone autistiche in età adulta infatti hanno una maggiore percentuale di comorbilità per disturbi quali ansia, depressione ed abuso di sostanze. Inoltre, se non propriamente supportati da una forte rete sociale, hanno una maggiore probabilità di cadere sotto la soglia della povertà e dell’emarginazione.

L’autismo viene spesso identificato come una disabilità invisibile. Nelle sue forme impropriamente chiamate ad alto funzionamento infatti l’individuo riesce a mascherare esternamente le proprie difficoltà senza destare sospetti. Nonostante l’aspetto esteriore però, anche gli individui più insospettabili soffrono aspramente a causa della mancanza di riconoscimento delle loro necessità da parte dell’ambiente circostante.

Cosa puoi fare

Segui sui social gli hashtag #AutismNotInvisible e #AutismDay2024 per rimanere informato sulle iniziative che si svolgeranno in tutta Europa. Mostra attivamente il tuo supporto alla causa tramite azioni concrete nella vita quotidiana. Rimani informato su ogni attività delle varie associazioni di categoria locali ed internazionali.

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World Autism Awareness Day 2023: Eventi all’Europarlamento

BRUXELLES: In occasione del World Autism Awareness Day 2023, la giornata internazionale dedicata alla consapevolezza sullo spettro autistico, l’organizzazione internazionale Autism-Europe Aisbl ha annunciato per fine marzo una serie di eventi espositivi presso la sede di Bruxelles dell’Europarlamento.

Il World Autism Awareness Day è una giornata internazionale istituita nel 2007 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nata col fine di aumentare la consapevolezza nei confronti delle persone autistiche e delle loro problematiche in tutto il Mondo.

Tutte le iniziative relative al World Autism Awareness Day 2023 potranno essere seguite e supportate online tramite l’hashtag #AutismDay2023.


Gli eventi principali del World Autism Awareness Day 2023

Mostra fotografica (dal 27 al 31 marzo 2023)

L’evento di apertura sarà una mostra fotografica. Essa consisterà in una selezione di 25 foto le quali mostreranno gli aspetti della vita e più in generale la visione del Mondo delle persone autistiche.

Scopo dell’evento sarà quello di mostrare in che modo la società moderna possa migliorarsi nei confronti delle persone autistiche.

Le fotografie mostrate all’evento saranno frutto di una selezione di 9 fotografi in totale vincitori della competizione creata apposta per l’occasione. L’inaugurazione ufficiale dell’evento sarà il 28 marzo dalle 11:00 alle 12:00.

Dal 2 aprile fino alla fine del mese le fotografie esposte saranno rese pubbliche presso i social media di Autism-Europe.

Conferenza “Building an inclusive society for autistic people” (30 marzo 2023 9:00 – 11:00)

Assieme a Rosa Estaràs (EPP Spagna) verrà inoltre organizzata una conferenza divulgativa. L’evento, la quale partecipazione sarà possibile sia online che in presenza, avrà fra gli ospiti molti rappresentanti della comunità autistica e svariati decisori politici.

Lo scopo dell’evento sarà quello di mostrare come incoraggiare la nascita di una società più inclusiva e quali politiche chiave siano essenziali da adottare al fine di supportare concretamente la comunità autistica.

Per partecipare online all’evento è necessario compilare l’apposito form entro e non oltre le 23:59 del 22 marzo 2023.

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UE: USB-C diventerà lo standard europeo entro il 2024

STRASBURGO: È passato quasi un anno (06-10-2022) da quando l’ufficio stampa dell’Europarlamento ha pubblicato un articolo dove, al fine di combattere l’E-waste, si prospetta tramite una normativa di rendere lo standard USB-C universale per tutti i dispositivi elettronici in Europa. Questa manovra sostituirebbe l’obsoleto Micro-USB e lo standard Lightning prodotto dalla Apple Inc. Questo cambiamento porterebbe l’USB-C a diventare il nuovo standard europeo.


Cosa è l’USB-C?

Un cavo USB-C

L’USB-C è un connettore della ormai consolidata famiglia degli Universal Serial Bus largamente utilizzato nel mondo dell’elettronica di consumo. In meno di dieci anni ha sostituito il suo più anziano parente, il Micro-USB, ritenuto ormai non più al passo coi tempi.

L’USB-C si differenzia dal Micro USB oltre che per la sua velocità maggiore di trasmissione dati per la sua forma perfettamente simmetrica. Quest’ultima caratteristica gli permette di potersi collegare al proprio socket senza un verso obbligato rendendo più semplice l’operazione di inserimento.


L’opposizione di Apple

Un connettore Lightning della Apple

Fra le varie opposizioni alla nuova normativa europea riguardo l’USB-C la più eclatante è quella della Apple Inc.

Essa sostiene che una decisione del genere porterebbe all’istituirsi di un monopolio che ucciderebbe il progresso tecnologico in questo determinato ambito «soffocando il progresso piuttosto che incoraggiarlo».


Cosa dicono le istituzioni europee

Stando ad uno studio della Commissione Europea:

In Europa l’84% dei consumatori ha avuto problemi legati al mondo dei caricabatteria per smartphone negli ultimi 2 anni.

Studio Commissione Europea del 2019

La trasformazione dell’USB-C a standard unico riguarderà i seguenti dispositivi:

  • Smartphone & Tablet;
  • Fotocamere digitali;
  • Cuffie ed auricolari;
  • Console portatili;
  • Altoparlanti bluetooth;
  • Tablet per l’e-reading;
  • Tastiere & Mouse;
  • Earbuds (auricolari bluetooth);
  • Navigatori GPS per automobili.

Per quanto riguarda i laptop (computer portatili) viene dichiarato che «i produttori dovranno adeguarsi dopo 40 mesi dall’entrata in vigore della normativa»

Una particolarità che verrà introdotta da questa normativa sarà la possibilità di acquistare un nuovo dispositivo elettronico senza che sia obbligatorio acquistare un caricabatteria incluso nella confezione.

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