Raffaella Stacciarini, segretaria dei Radicali Milano – Enzo Tortora, ha manifestato contro lo stabilimento balneare privato Papeete lo scorso 24 maggio. La protesta, effettuata contro la lobby dei balneari e per chiedere una maggiore concorrenza e legalità, ha portato al blocco del suo passaporto presso la questura. La segretaria dichiara sui social: «La notizia non è questa. La notizia è che le spiagge sono considerate bene pubblico solo quando vai a manifestarci».
Un ordinario flash mob per portare avanti una delle principali battaglie dei radicali contro il lobbismo in Italia. A quanto pare, la protesta pacifica degli undici attivisti è stata considerata lesiva dell’ordine pubblico locale, sulla base di un Regio Decreto ancora vigente emanato nel 1931 in pieno fascismo, che ha portato a provvedimenti amministrativi immediati che perdurano fino ad ora.
Viene dichiarato che nessuno dei partecipanti sarebbe poi stato avvisato di essere sotto inchiesta, scoprendolo solo leggendo i giornali.
Immediata la solidarietà della galassia radicale. Per la sezione di Milano di Più Europa «Punizione e repressione politica non devono essere tollerati». Solidarietà anche da parte dei Radicali Venezia, dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta (Torino), di Verona Radicale e Radicali Rimini. L’Associazione locale sarda Tonino Pascali – Sardegna Radicale commenta sui social: «In Italia si colpiscono i nonviolenti con le norme dei regimi passati».
(in copertina immagine di repertorio Wikimedia Commons CC BY-SA 4.0)
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
Parliamo subito di numeri. Quanti visitatori avete fatto in via Libio 53 nel 2024?
Quest’anno i numeri, più o meno, sono gli stessi degli anni passati (ovvero circa 1500 presenze). Chiaramente i mesi dove c’è più afflusso sono quelli estivi. Per migliorare le cose e fare il salto di qualità ci mancano sicuramente le navi da crociera, importantissime per i siti archeologici e per metterci allo stesso livello delle realtà vicine.
L’anno scorso avete saltato l’appuntamento con Monumenti aperti, dove eravate tappa fissa dal 2016. Avete ripreso i contatti l’iniziativa?
Sì, quest’anno parteciperemo sicuramente. Perché non dovremo contribuire come abbiamo sempre fatto?
Mi è stato detto che nel 2022 avete stipulato un accordo con i villaggi turistici di Platamona per far conoscere il vostro sito, che è stato un bel successo. È ancora attivo? Sta andando bene?
Sì, quello ce l’abbiamo sempre. Da dopo Pasqua e per tutti i mesi estivi continua a dare i suoi frutti.
Stipulare un accordo del genere è stata una mossa di marketing intelligente. Avete mai pensato di condividerlo con gli altri siti della città?
Certamente. Lo avevamo proposto già diversi anni fa, praticamente dal giorno dopo che abbiamo aperto il sito archeologico. La sua implementazione non dipende soltanto da noi, ma siamo sicuramente favorevoli su questo. Non si riesce a capire perché nelle altre realtà si fa e qua no …
Torniamo alle frequentazioni di via Libio 53. Quanti italiani e quanti stranieri visitano il sito? Quale tipo di utenza visita maggiormente il bene?
Chiaramente la maggior parte sono italiani. Molti sono qua in vacanza e sono di passaggio, e avendone sentito parlarne in quanto cosa unica in Sardegna, sono curiosi di venire a visitarlo. Lavoriamo molto quando arrivano le navi francesi, e grazie agli accordi di Platamona anche con molti tedeschi. Ci sono molte visite anche dagli spagnoli. Nel fine settimana poi, anche in periodi invernali, vengono spesso ragazzi che studiano archeologia oppure archeologi sardi e non solo.
Avete mai subito eventi spiacevoli, come danneggiamenti o problemi simili?
No. Sulla salvaguardia del sito siamo molto attenti, pur non ricevendo alcun finanziamento pubblico.
Il vostro sito è a gestione privata, ma è comunque un bene di tutti. Quali strumenti vorreste vi venissero dati?
Noi non percepiamo nessun finanziamento pubblico, è tutto gestito con spese personali. Ci autofinanziamo. Chiediamo un occhio di riguardo da parte dell’amministrazione. Non parlo necessariamente di denaro, ma anche solo maggiore visibilità.
Porto Torres soffre ancora di una forte stagionalizzazione turistica. Questo fatto come influenza il flusso di visitatori durante l’anno?
Dipende. In generale noi siamo aperti 7 giorni su 7, ma lavoriamo molto di più nei weekend. Nel mese di luglio fino al 20 agosto però le visite sono molto frequenti anche nelle altre giornate della settimana.
Collaborate con altre realtà, pubbliche o private?
Collaboriamo fin dall’inizio con alcune scuole medie e superiori della Gallura, dove nel periodo dopo Pasqua si avvicinano al sito diverse classi. Stiamo cercando di collaborare anche con il Sulcis-Iglesiente, grazie a degli archeologi del luogo che ci hanno promesso che entro quest’anno organizzeranno delle visite guidate. Vorremmo arrivare anche nella zona del cagliaritano. Il sito è ancora poco conosciuto, ma ci stiamo lavorando.
In chiusura, quale supporto chiedete alle istituzioni al vostro progetto?
Noi come già detto ci autofinanziamo. I soldi del biglietto di ingresso vengono reinvestiti nel sito archeologico. Non c’è nessun’altra realtà che ci supporta, nessun ente pubblico. Noi abbiamo sempre teso la mano per fare degli accordi che non sono mai arrivati. Ad esempio la cartellonistica, l’unica che c’è, è stata fatta da noi. Essendo un sito storico la sua valorizzazione creerebbe beneficio per tutta la città. Il prossimo anno saranno dieci anni dalla sua apertura, e fino a quando avremo le forze continueremo ad andare avanti. Non chiediamo tanto, solo un po’ di visibilità, magari un portierato e delle visite guidate fatte da personale qualificato. Se si vuole iniziare realmente a pensare che Porto Torres possa diventare una città turistica dovremo partire dal nostro passato. Deve entrarci in testa che abbiamo l’oro romano sotto i piedi.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
Giorgia Meloniattacca durante un discorso alla camera il Manifesto di Ventotene, testo fondante dell’Unione Europea. Immediatamente dure le opposizioni, che esortano la Premier a vergognarsi.
Il Movimento Federalista Europeo, movimento politico fondato dallo stesso Altiero Spinelli, dichiara che la presidente abbia deliberatamente estrapolato degli estratti dal testo completo ignorandone il contesto storico e il vero significato al solo fine di ridicolizzare il messaggio del documento per sua esclusiva opportunità politica. Questa tattica argomentativa si chiama cherry picking, ed è considerata una manipolazione della realtà altamente scorretta.
Durante il suo intervento durante i lavori alla camera del 19 marzo, la Premier Giorgia Meloni avrebbe infatti affermato che «Non mi è chiarissima l’idea d’Europa alla quale si fa riferimento», leggendo poi estratti sparuti del Manifesto di Ventotene che parlano di abolizionee limitazione della proprietà privata oppure di come «La politica democratica sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria».
Intransigenti fin da subito i banchi dell’opposizione, che appena hanno capito il tentativo manipolatorio della Premier, hanno iniziato a manifestare il loro dissenso. «Ci sentiamo profondamente offesi e indignati» – dice Il vicecapogruppo di Avs Marco Grimaldi citato dall’Adnkronos – «Questo Paese, questa democrazia, questa Costituzione è nata anche a Ventotene». Chiosa invece Alfonso Colucci del Movimento 5 stelle: «Credo che alle gravissime parole che la presidente Meloni, un oltraggio alla nostra democrazia, la risposta migliore sia stata data dal presidente Mattarella» – affondando poi – «Quanto abbiamo sentito oggi in quest’aula dalla presidente del Consiglio è un oltraggio. Non c’è spazio in quest’aula per il fascismo e lei dovrebbe per primo alzarsi da quello scranno. Presidente, si vergogni».
L’attacco della Meloni contro il Manifesto di Ventotene. Le dichiarazioni dell’MFE
Immediata la presa di posizione del Movimento Federalista Europeo, che risponde a questo attacco gratuito.
Comunicato stampa del 10.03.25 “Vergogna Presidente Meloni!”
Il tentativo della Presidente del Consiglio oggi alla camera di storpiare il messaggio del Manifesto di Ventotene è solo un modo per cercare di nascondere la sua colpevole incapacità di portare l’Italia ad essere protagonista della costruzione dell’unità europea.
Quanto avvenuto oggi alla Camera è un fatto gravissimo, che ha suscitato la giusta indignazione e risposta delle opposizioni. La Presidente si è permessa di estrapolare dei brani dal testo complessivo del Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, ignorando il contesto storico in cui è stato scritto, per ridicolizzare il messaggio e la portata di questo testo considerato in Europa e nel mondo un testo fondante del progetto di unificazione europea.
Il Manifesto di Ventotene ha infatti acquisito una valenza europea e mondiale come testo di riferimento per l’unità europea sia per la caratura morale e politica dei suoi estensori, sia per le battaglie per la Federazione europea condotte da Altiero Spinelli nell’arco della sua vita, sia per l’attualità estrema del suo messaggio chiave: scritto nel 1941 contro il nazionalismo – che aveva portato gli europei a combattersi, ad uccidere la democrazia liberale portando al potere i movimenti totalitari e a scatenare due Guerre mondiali – indicava come unica via di uscita “per non ricadere nelle vecchie aporie” la costruzione di uno Stato federale che unisse i popoli d’Europa. Questa doveva diventare la battaglia politica del dopoguerra e la nuova linea di demarcazione tra progresso e reazione.
Il Manifesto di Ventotene torna oggi più che mai alla ribalta perché tornano i nazionalismi nel mondo e cercano di tornare in Europa; e perché oggi più che mai l’Europa ha bisogno di farsi federale per avere la forza di non essere schiacciata dal ritorno delle mire imperialiste delle altre potenze mondiali, per ricacciare il nazionalismo dalla scena politica e affermare il suo modello alternativo di Stato e di società giusta.
Oggi, la Presidente Meloni si è presa gioco di tutto questo e ha mostrato di non voler capire qual è il compito storico e politico che dovrebbe sapersi assumere chi guida il governo in Italia oggi: portare il nostro Paese a contribuire in modo sostanziale alla costruzione dell’unità politica federale dell’Europa.
VERGOGNA Presidente Meloni. Non solo la giudicherà la storia, ma i cittadini italiani capiranno presto che li vuole portare in un vicolo cieco.
Comunicato stampa del 10.03.25 “Vergogna Presidente Meloni!”
(in copertina immagine di repertorio Unione Europea)
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
La salute mentale non può essere un privilegio, e questo vale anche per gli studenti. Nel mondo accademico sardo però i servizi per la tutela di quest’ultima vengono erogati in maniera sommaria e simbolica, con un servizio nel concreto insufficiente.
Attualmente il servizio di counseling psicologico è attivo per le sedi universitarie di Sassari, Cagliari, Olbia, Oristano e Nuoro, ma mantenuto con risorse irrisorie. Solo a Sassari ad esempio, su 12.000 studenti e studentesse, gli psicologi convenzionati con l’università sono solo 4. Questo si traduce in tempi di attesa lunghissimi è un servizio non all’altezza delle aspettative ed estremamente precario, dati i fondi molto ristretti e non garantiti.
L’appello alla politica dell’Unione degli Universitari
UDU Sassari e Unicaralis, con il manifesto pubblicato online «Va bene non stare bene», presentano alla Regione Sardegna una proposta di legge per chiedere un incremento dei fondi per potenziare il servizio. L’obiettivo prefissato sarebbe quello di aumentare il numero di psicologi, ridurre i tempi di attesa, migliorare l’accessibilità e garantire un servizio adeguato e gratuito.
Frontespizio del comunicato social
La salute mentale degli studenti, minata da ansia, stress e difficoltà economiche, non può essere sottovalutata. «Ora è arrivato il momento di trasformare le parole in azioni concrete» – conclude il manifesto – «Nessuno deve essere lasciato solo».
(in copertina immagine di repertorio Flickr by ankxt CC BY 2.0)
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
Una Piazza Per L’Europa, la manifestazione anche a Cagliari. Anche l’Isola risponde all’appello per una mobilitazione a favore dell’Europa unita, democratica e più vicina ai cittadini. Comunicato stampa Associazione Tonino Pascali – Sardegna Radicale.
Comunicato stampa del 12.03.2025 «La Sardegna si mobilita per l’Europa: il 15 marzo a Cagliari “Una piazza per l’Unione”»
Locandina dell’evento
Sarà dunque piazza del Carmine, a Cagliari, ad accogliere l’appuntamento del 15 marzo a partire dalle 15:00 la mobilitazione nazionale “Una piazza per l’Unione”, una manifestazione a favore dell’Europa unita. In un contesto geopolitico segnato da tensioni internazionali, dalla crescente avanzata dei nazionalismi, anche la Sardegna risponde all’appello per una Europa unita, democratica e più vicina ai cittadini. I cittadini sardi scenderanno in piazza per ribadire l’importanza dell’Unione Europea come spazio di pace, libertà e cooperazione.
L’iniziativa, che si svolgerà contemporaneamente in diverse città italiane, vuole essere un momento di partecipazione attiva per riaffermare i valori europei e contrastare la frammentazione politica che rischia di indebolire il progetto comunitario. Nell’isola, le manifestazioni in programma saranno un’occasione per sottolineare il ruolo della Sardegna all’interno dell’Europa e il contributo che essa può offrire in termini di cultura, economia e innovazione.
L’unità europea sta vacillando, i cittadini devono credere nel progetto unitario atto a garantire la pace: è la sfida del nostro tempo ed è per questo che il 15 marzo si scenderà in piazza, per dimostrare che il sogno europeo non è solo un progetto istituzionale, ma una realtà che riguarda tutti.
Non sarà una semplice manifestazione, ma un evento dal forte valore simbolico: nessuno slogan divisivo, solo il blu dell’Europa come segno di appartenenza e impegno verso un’Unione più solida e inclusiva. L’obiettivo è quello di lanciare un messaggio chiaro: “Gli europei vogliono un’Europa unita nella diversità.”
Le manifestazioni si inseriscono in un percorso più ampio di sensibilizzazione sulla necessità di rafforzare il progetto europeo, rendendolo più democratico, equo e capace di rispondere alle sfide globali. Sarà un’occasione per coinvolgere giovani, associazioni, amministratori locali e cittadini comuni in un dibattito costruttivo sul futuro dell’Unione.
L’invito è rivolto a tutti coloro che credono nell’Europa come spazio di diritti, opportunità e progresso.
Nuova aggressione nel centro di Milano. Un ragazzo di 22 anni è stato accoltellato nella tarda serata di venerdì 17 maggio in piazza Diaz. La violenza è esplosa fuori da un locale senza alcuna provocazione.
Stando a quanto poi raccontato ai carabinieri, il giovane sarebbe stato avvicinato da tre uomini e una donna tra i 18 e i 20 anni per la banale richiesta di una sigaretta. Improvvisamente il ragazzo sarebbe poi stato insultato in modo omofobo ed uno dei tre lo avrebbe colpito con quattro fendenti di coltello, dei quali due alla schiena, uno alla nuca e uno al braccio destro.
È stato lo stesso ragazzo in seguito a chiamare il 112. L’ambulanza e l’auto medica sono subito entrati piazza Diaz, però la ressa ha reso difficile il soccorso. I sanitari perciò hanno deciso di spostarsi nella vicina via Larga per avere più libertà di manovra. Raggiunto dai soccorsi, il 22enne è stato infine accompagnato al pronto soccorso del Policlinico in codice giallo.
Il branco ha poi fatto subito perdere le proprie tracce. Le indagini sono ora in corso, con i militari della Compagnia Duomo che stanno analizzando i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona per ricostruire la dinamica dei fatti e identificare i responsabili.
La gravità dell’aggressione
L’aggressione è avvenuta a cavallo della Giornata internazionale contro l’omofobia, la transfobia e la bifobia. Proprio per quest’occasione, Sergio Mattarellaaveva affermato «L’intolleranza per il diverso, l’indifferenza di fronte alle compressioni delle altrui libertà, costituiscono lacerazioni alla convivenza democratica. L’Italia non è immune da episodi di omotransfobia».
L’Italia, che non è firmataria della dichiarazione per la promozione delle politiche europee a favore delle comunità Lgbtiq+, è uno dei paesi più discriminatori dell’UE. Nel 2022 i gay sono la terza categoria più odiata in Italia. Tra le zone più intolleranti, il Veneto, la Calabria e la città di Bari.
L’Italia, nell’ottobre 2017 è entrata a far parte del Core Group LGBTI, un gruppo interregionale di Paesi e organizzazioni, per promuovere i temi della lotta alla discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e della tutela dei diritti delle persone Lgbtiq+.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
CAGLIARI: La Regione Sardegna annuncia la conclusione a Cagliari del tour dei Job Day 2024.
La Fiera della Sardegna, inaugurata a Sassari l’8 febbraio e terminata a Cagliari il 27 marzo 2024, è stata soprattutto nella sua data conclusiva teatro di incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro.
L’iniziativa nasce per contribuire a sanare il problema del lavoro nell’isola: secondo la Regione infatti, il tasso di disoccupazione in Sardegna del primo trimestre 2023 era del 12,2%, in lieve discesa rispetto all’anno prima.
Cagliari Job Day 2024: i dati in breve
«32 mila candidature, 8.100 colloqui programmati, 350 imprese partecipanti, 1.200 annunci pubblicati per 7.000 posizioni di lavoro. Questi i numeri di Cagliari che testimoniamo la concretezza di questi eventi», ha affermato Maika Aversano, direttrice generale dell’Aspal.
Nell’ultima tappa sono stati presenti in Fiera sia tanti giovani delle scuole superiori di Cagliari che dei diversi comuni del vasto ambito territoriale.
I partecipanti hanno potuto avere informazioni sulle offerte della pubblica amministrazione e sui percorsi formativi, passando da quelli accademici delle Università di Cagliari e Sassari, alla formazione più breve e mirata degli ITS, finendo a quella delle Agenzie formative.
In città sono stati 10 i centri per l’impiego protagonisti della due giorni che hanno svolto una preziosa attività di lavoro, informazione e consulenza: Senorbì, Sanluri, Iglesias, Carbonia, Assemini, San Gavino Monreale, Isili, Muravera, Quartu Sant’Elenae Cagliari.
Il sud Sardegna è un territorio ampio e caratterizzato da diverse specificità. Si passa dalla realtà tipicamente urbana, turistica e commerciale di Cagliari e Quartu, a quella agricola del Medio Campidano, al turismo legato all’archeologia mineraria di Carbonia e Iglesias, al distretto industriale di Assemini, alle quali si aggiungono infine le professioni emergenti degli ultimi anni collegate all’economia digitale ed all’economia sostenibile.
Nella giornata conclusiva si sono tenuti seminari e laboratori per la ricerca di lavoro. A ravvivare l’evento ci hanno pensato i convegni Eures, finalizzati per la ricerca di opportunità lavorative all’estero, OrientaMenti, sugli indirizzamenti post diploma, Aspal4Future – Il viaggio nel mondo dell’innovazione e Direzione Cambiamento, con le testimonianze di chi ha fatto della sua passione il suo lavoro.
Durante la giornata ha colpito la prestazione di Andrea Muzii, campione mondiale di memoria, che ha affascinato i ragazzi con la sua tecnica mnemonica appresa quando era uno studente e che ora è diventata il suo strumento di lavoro.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
«non capisco di che cosa mi si possa accusare, di avere organizzato spuntini?». Dichiarava così Gavino Mariotti, all’epoca non ancora indagato, a settembre 2023 in risposta alle domande di chiarimento sulla sua vicinanza personale nei confronti di membri di spicco della criminalità organizzata locale.
Tuttavia, in questi ultimi giorni si è estesa anche a suo carico l’indagine nata dall’inchiesta «Monte Nuovo». In totale sarebbero 34 le persone raggiunte dalle accuse, sospettate principalmente di alimentare gli interessi della criminalità organizzata e di usare la loro posizione di potere per esercitare e pretendere favori di ogni genere.
In questo contesto Gavino Mariotti, classe 1965, attuale Rettore dell’Università di Sassari e candidato sindaco per il centrodestra nelle imminenti elezioni comunali, è stato infine raggiunto dalle contestazioni riguardanti i reati di associazione mafiosa e di associazione segreta.
Secondo le indiscrezioni, Mariotti è indicato dalla DDA (Direzione distrettuale antimafia) tra i promotori di un presunto sodalizio criminale che avrebbe, tra l’altro, favorito l’elezione dello stesso alla carica di Rettore.
Tra gli indagati ci sono anche esponenti della criminalità barbaricina ai quali, secondo la DDA, spettava il compito di garantire, con azioni violente e coercitive, il rispetto delle decisioni prese dagli associati.
La replica del Rettore
Mariotti, in lacrime durante la conferenza stampa, ha respinto le accuse e ha annunciato che, grazie anche al supporto della Direzione nazionale del suo partito, non ritirerà la sua candidaturaa Sindaco. Sempre in conferenza stampa ha affermato molto turbato «Non me lo aspettavo per niente. In ogni caso ho totale fiducia nella magistratura» riaffermando poi ai microfoni di RAI Sardegna «sono assolutamente certo del mio operato come persona onesta, trasparente e sempre nella legalità».
La rete degli indagati accusati di aver creato un’associazione specializzata nel traffico e nello spaccio di droga, riportata per intero da sardegnalive.net, con la chiusura dell’indagine «Monte Nuovo» si è tradotta nei nomi di Nicolò Cossu, Tomaso Cocco, Tonino Crissantu, Mario Antonio Floris, Paolo Sale, Antonio Fadda, Antonio Marteddu, Tomas Littarru, Giuseppe Paolo Frongia, Anna Gioi, Raffaele Gioi , Salvatore Gioi, Marco Lai, Battista Mele ed Antonio Michele Pinna.
I presunti favori del Rettore Mariotti
Al di là degli innocui spuntini con Nicolò Cossu e Tonino Crissantu, le indagini hanno riportato nel dettaglio alcuni presunti favori dati e ricevuti dal Dott. Mariotti, tutti esplicitamente negati dal diretto interessato.
Nel 2020, ad esempio, sarebbe stato lo stesso Mariotti, all’epoca professore ordinario, a chiedere a Tonino Crissantu di contattare un docente universitario affinché gli garantisse il suo appoggio per l’elezione.
Ottenuta la carica Gavino Mariotti, sfruttandone il prestigio e l’influenza, avrebbe dispensato i più svariati ed inimmaginabili favori agli attuali indagati per mafia.
Situazione surreale ed emblematica è stata ad esempio quando Tonino Crissantu avrebbe avuto necessità di partecipare a una festa di laurea, pur non potendo per motivi di lavoro. Crissantu infatti, dipendente della biblioteca di Nuoro, non aveva il giorno libero nelle date desiderate. Per risolvere il problema chiese allora al Magnifico Rettore di intervenire sul commissario liquidatore del Consorzio universitario nuorese (responsabile del personale della biblioteca) per convincerlo ad imporre un giorno di chiusura forzata del servizio pubblico. Dopo la chiamata fu così che, provvidenzialmente, la Biblioteca chiuse nelle date a lui più comode e la partecipazione alla festa di laurea tanto desiderata fu quindi garantita.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
PORTO TORRES: Una delle borgate spesso dimenticate. Si tratta dell’antica borgata sulla sponda occidentale del ponte romano, adiacente alla foce del Riu Mannu ed a due passi dalla spiaggia della Marinella. Essa, che in epoca romana è testimoniato fosse una necropoli ipogeica, allo stato attuale è una delle aree più degradate di tutta la città.
Simbolo de facto della zona sono le due fornaci in trachite. Esse sono in bella mostra di sé sull’altopiano occcupato dai ruderi di quella che fu una delle principali industrie cittadine del Novecento. L’ex-Ferromin SA infatti scelse quest’area come sede del suo complesso industriale, che all’epoca fu appunto una delle maggiori industrie di Porto Torres fino agli anni sessanta. Nella stessa zona, dal 1873, è installata la Batteria antinave di Ponte Romano, sistema difensivo nato per proteggere il porto di Porto Torres da eventuali aggressioni. Altro elemento imprescindibile della zona è ovviamente il ponte romano, protagonista dei recenti restauri.
Per chi si avventurasse oggi nella borgata di ponte romano però lo accoglierebbero rifiuti, strade dissestate, erbacce e baracche fatiscenti piene di Eternit. A causa di ciò risulta evidente che siano rimaste inascoltate le numerose lamentele che nel corso degli anni i residenti hanno presentato per chiedere maggiore decoro per una zona così importante.
Borgata di Ponte romano. Una delle baracche fatiscenti con Eternit (foto Pitzoi Arcadu)
Ad ulteriore testimonianza della rilevanza storica della zona della borgata di ponte romano è il piano urbanistico comunale della città. Esso infatti dichiara quel fazzoletto di terra importante per la sua funzione di “connessione urbana”. Secondo la documentazione «rappresenta la cerniera ambientale tra la città romana, la città storica, la città moderna, la città industriale e la città portuale». Amministrativamente parlando questa cerniera di terra risulta comunque di competenzadel Consorzio industriale Provinciale (come attestato da recenti verifiche).
Negli ultimi decenni però quest’ultimo non sembra essere stato in grado di fare i necessari interventi per lo sviluppo della zona, con conseguenze negative ben evidenti.
Eppure la storia ci insegna come questo trattamento così indegno rivolto a questa zona sia del tutto inappropriato. Le vicende storiche della città evidenziano infatti l’esistenza fin dall’antichità di strette relazioni tra gli abitanti, le loro attività ed il fiume. Il primo porto della città fu infatti un porto fluvialesituato quasi sicuramente in quelle zone sulla sponta orientale.
Per restituire decoro alla città e riconnetterla in maniera armonica col suo passato risulterebbe quindi cruciale avviare al più presto tutte le attività necessarie per riqualificare l’intera area, da troppo tempo lasciata in disparte.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
SASSARI: Data l’altissima probabilità di precipitazioni per sabato e domenica, confermata anche oggi dai bollettini meteorologici nazionali e regionali, l’Amministrazione comunale ha deciso di rinviare al fine settimana del 3 e 4 giugno la Cavalcata sarda e i suoi eventi collegati.
«Abbiamo sperato fino a stamattina che le previsioni potessero migliorare prima di prendere una decisione così importante – spiega il sindaco Nanni Campus -. Purtroppo però oggi è stato segnato un ulteriore peggioramento.
La Cavalcata sarda non è una manifestazione legata allo scioglimento di un voto religioso che deve tenersi necessariamente in una data, ma l’appuntamento della penultima domenica di maggio è semplicemente una consuetudine.
Nel fare questa scelta abbiamo preso in considerazione diversi aspetti e sentito il direttore artistico, Giuliano Marongiu, per valutare la fattibilità dell’idea.
Abbiamo anche pensato che fermare l’organizzazione oggi e indicare da subito una nuova data permette di limitare i danni economici che subirebbero esercenti, ristoratori, e tutte le altre attività interessate, compresi i venditori ambulanti. Anche “rinchiudere” il concerto-evento in un teatro limiterebbe la partecipazione, mentre noi vogliamo che sia una festa di tutti, così come i canti e i balli che per definizione si tengono in piazza».
Concerto-evento, Cavalcata sarda, pariglie e canti e balli rinviati dunque a sabato 3 e domenica 4 giugno 2023
«Il settore Cultura, il direttore artistico e il Gabinetto del sindaco sono già al lavoro per riorganizzare tutto, affiancati da tutti i settori del Comune. In particolare, Giuliano Marongiu sta già contattando i gruppi per verificare la disponibilità in quelle date ed eventualmente, se necessario, si attingerà all’elenco delle numerose richieste arrivate nei mesi scorsi».
Prosegue il sindaco Campus. «Ringrazio tutti i dipendenti che, nonostante la pesante mole di lavoro, si sono immediatamente messi all’opera, con forte senso di appartenenza e del bene comune, affrontando una situazione completamente nuova».
«Abbiamo deciso di spostarla e non cancellarla perché il ritorno economico e di immagine per la città è molto elevato. Già l’anno scorso la Cavalcata è stata spostata a settembre a causa del Covid. Ed è stata un successo. Siamo fiduciosi e ci prendiamo questa responsabilità anche questo anno: la pioggia non cancellerà la Festa della Bellezza, la rinvierà soltanto e Sassari avrà la sua due giorni di grandi eventi» conclude il sindaco.
Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.
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