Mar. Giu 17th, 2025

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Sciopero della fame per giustizia e diritti: chi lo fa in Sardegna

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Dal 10 maggio 2025 Chiara Squarcione, membro del consiglio direttivo di Europa Radicale e della giunta dell’Associazione Radicale Adelaide Aglietta di Torino, e Laura Di Napoli, coordinatrice dell’Associazione Tonino Pascali – Sardegna Radicale, hanno iniziato assieme ad altri militanti radicali uno sciopero della fame ad oltranza per sostenere l’appello di Nessuno tocchi Caino. Questa mobilitazione si affianca allo sciopero della fame ad oltranza di Rita Bernardini, iniziato il 23 aprile 2025.

L’appello, rivolto ai parlamentari, chiede un anno di riduzione della pena per tutti i detenuti e l’eliminazione dal Decreto-legge “Sicurezza” di tutte le parti ritenute incostituzionali. In particolare si fa riferimento al nuovo reato di resistenza passiva nelle carceri e nei CPR e la nuova normativa sulle detenute madri.

«Serve un atto di giustizia e responsabilità politica: un indulto è oggi necessario per ridurre la pressione intollerabile che grava sul sistema penitenziario italiano» – dichiara Laura Di Napoli – «Non si tratta solo di dare respiro alle carceri, ma di riaffermare il principio costituzionale del rispetto della dignità umana».

Laura Di Napoli sulla destra e Chiara Squarcione sulla sinistra (foto concessa)

«Il Decreto-legge Sicurezza è il frutto di una mentalità securitaria e criminalizzante che mina i principi fondamentali dello Stato di diritto» – aggiunge Chiara Squarcione – «Il provvedimento, in più parti incostituzionale, colpisce categorie fragili come i detenuti e le madri ristrette, e introduce strumenti repressivi che rappresentano un arretramento grave sul piano dei diritti civili e umani».

Sciopero della fame. Chi aderisce in Italia


Alla mobilitazione partecipano anche l’Associazione Enzo Tortora – Radicali Milano, l’ Associazione Fabiano Antoniani – Radicali Cremona, Radicali Rimini – Piergiorgio Welby, Verona Radicale, Radicali Parma e l’Associazione Radicali Napoli – Ernesto Rossi.

Ciascuna di queste realtà sta promuovendo attività e iniziative per rafforzare l’impatto e la visibilità dell’iniziativa politica nonviolenta in corso. La richiesta comune è rivolta al parlamento italiano, che è chiamato a fare un atto di giustizia e umanità.

Informazioni del comunicato stampa Associazione Tonino Pascali – Sardegna Radicale del 10.05.25 DIGIUNO AD OLTRANZA PER INDULTO E CONTRO DL SICUREZZA.

©RIPRODUZIONE RISERVATA


A Sassari proiezione gratuita del film “Nel mio nome”

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Il giorno venerdì 16 maggio 2025, alle ore 18:00 presso il cinema Cityplex Moderno di Sassari, ci sarà la proiezione del film Nel mio nome (2022) del regista Nicolò Bassetti. Ingresso libero e gratuito.

L’evento è organizzato dalla Società Umanitaria di Alghero, con il supporto locale delle associazioni AGEDO Nord Sardegna-Sassari, Trans*Support! Sassari in occasione della Giornata internazionale contro l’omobitransfobia, che avrà ricorrenza il 17 maggio.

Locandina proiezione gratuita del film Nel mio nome a Sassari
Locandina dell’evento

Prima della proiezione ci sarà una breve apertura da parte dei rappresentanti di AGEDO e Trans*Support!, seguita dall’introduzione del film a cura di Giusy Salvio. Al termine della proiezione ci sarà un incontro con il pubblico della Attivista per i diritti umani e le politiche di genere e volontaria di AGEDO Maria Paola Curreli.

La proiezione a Sassari di Nel mio nome rientra nella serie di iniziative culturali in occasione del Sardegna Pride, che avverrà a Sassari il prossimo 28 giugno.

(in copertina estratto della locandina del film)

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Rita Bernardini termina sciopero della fame. Apertura di La Russa

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Fine dello sciopero della fame per Rita Bernardini. In data 15 maggio 2025 le associazioni Sardegna Radicale-Tonino Pascali, Nessuno Tocchi Caino ed Europa Radicale fanno sapere tramite comunicato stampa che Rita Bernardini, presidente di Nessuno tocchi Caino, ha sospeso al 22° giorno lo sciopero della fame. Lo sciopero era stato intrapreso per sostenere la proposta di un anno di riduzione di pena per tutti i detenuti.

La decisione è stata presa in seguito all’apertura manifestata dal Presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha riconosciuto il sovraffollamento carcerario come problema prioritario e ha indicato come possibile soluzione la proposta di legge sulla liberazione anticipata presentata dall’On. Roberto Giachetti (IV), basata su un testo predisposto dalla stessa Nessuno tocchi Caino. La sospensione dello sciopero da parte della Bernardini è avvenuta durante il convegno “Per un gesto di clemenza nelle carceri” organizzato da La Valle di Ezechiele, grazie a Don David Riboldi.

Tuttavia, la mobilitazione nonviolenta prosegue. Le attiviste Laura Di Napoli e Chiara Squarcione, oggi al sesto giorno di sciopero della fame, fanno sapere di voler continuare ad oltranza. Insieme a loro ci sono circa altre 150 persone che portano avanti l’iniziativa a staffetta, per mantenere alta l’attenzione sull’emergenza carceraria e sostenere l’adozione della proposta dell’On. Giachetti. Anche il Vicepresidente del CSM Fabio Pinelli ha espresso sostegno alla proposta, sottolineando la necessità di affrontare con urgenza il problema del sovraffollamento. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella invece ha più volte richiamato l’attenzione sulle condizioni inumane e degradanti nelle carceri italiane.

Laura Di Napoli sulla destra e Chiara Squarcione sulla sinistra (foto concessa)

La mobilitazione quindi non si arresta: l’azione nonviolenta dei radicali continua a fare pressione sulla politica italiana.

Le parole di Rita Bernardini alla fine dello sciopero della fame

Sospendo lo sciopero della fame come segno di riconoscimento di questa importante apertura politica volta a superare pregiudizi e ad affrontare un problema non rinviabile, quello del crescente sovraffollamento carcerario che crea condizioni inumane e degradanti per i detenuti e i ‘detenenti’, cioè, chi in carcere ci lavora a partire dalla polizia penitenziaria. La mia è una sospensione e chiedo intanto alle oltre 150 persone che hanno aderito all’iniziativa nonviolenta di sciopero della fame di proseguirlo per accompagnare insieme questo processo che oggi ha visto un’apertura politica significativa

Rita Bernardini 15 maggio 2025

(in copertina immagine concessa. Copyright Sardegna Radicale-Tonino Pascali e Nessuno Tocchi Caino)

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Armi sarde a Israele: gli studenti chiamano Tajani

Le associazioni studentesche di sindacato sarde, alla scoperta che alcune aziende produrrebbero in Sardegna armi da guerra da inviare a Israele, vogliono ora chiarimenti.

In un comunicato stampa unificato i sindacati studenteschi dell’Unione degli Universitari di Sassari e Cagliari, ormai insofferenti, definiscono l’approccio del governo alla situazione ambiguo, caratterizzato da condanne verbali per la condotta della guerra ma simultaneamente anche dall’invio sottobanco di armi da guerra contro la Palestina. Gli studenti sardi vogliono pertanto risposte chiare dal ministro Antonio Tajani.

A Sassari collettivi studenteschi, primo fra i quali l’Assemblea studenti per la Palestina Sassari, si sono organizzati fin dalla prima ora per denunciare la guerra di aggressione israeliana ed in difesa dei diritti dello Stato di Palestina, ancora non riconosciuto dall’Italia.

Secondo l’ISTAT, tra dicembre 2023 e gennaio 2024, l’Italia ha esportato verso Israele munizioni da guerra per un valore complessivo di oltre due milioni di Euro. Sempre l’Italia si è poi astenuta durante la riunione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che mercoledì 18 settembre ha approvato con 124 voti favorevoli e 43 astensioni, inclusi gli Stati Uniti, la richiesta di porre fine all’occupazione israeliana.

Il supporto internazionale a Israele

In un momento storico dove perfino alcuni paesi NATO stanno interrompendo il supporto bellico a Israele, l’Italia gioca a fare compromessi moralmente sempre più insostenibili. In una guerra condotta con modi che ormai molti osservatori definiscono genocidio, una fascia politicamente trasversale di popolazione ormai sempre più spessa vuole una posizione chiara del Governo Meloni. Sempre da numerosi osservatori internazionali la reazione israeliana contro Hamas é andata ben oltre la lotta al terrorismo interno, come inizialmente dichiarato come casus belli.

In questo contesto le associazioni UDU sarde, dopo un’iniziale osservazione in silenzio stampa, preferiscono ora un approccio piú incisivo. A causa dello scandalo delle armi sarde a Israele  «La Sardegna ha un ruolo drammatico. Oltre ad essere teatro di esercitazioni militari partecipate da Israele, è anche il luogo in cui si fabbricano le armi con cui si porta avanti il genocidio della popolazione palestinese».

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