Tanti nuovi transgender in Sardegna, forse troppi. Per lo meno così viene suggerito dall’inchiesta di Ilenia Mura pubblicata sul giornale La Nuova Sardegna il 29 aprile 2025. Un’inchiesta basata su racconti anonimi e allarmistici fatti da genitori che «manco sapevano» cosa fosse la disforia di genere ma che allo stesso tempo non si fidano del parere di più medici, per paura di essere vittime di una lobby sommersa «da 15 miliardi di dollari» che lucrerebbe sulla vendita di ormoni.
Decine di genitori in crisi e terrorizzati dall’eventualità di assecondare questo possibile «capriccio» chiamato appunto disforia di genere, in alcuni casi auto-diagnosticata dagli stessi figli dopo aver passato ore da soli al computer a fare ricerche al riguardo e poi detta alla famiglia di punto in bianco senza preavviso. Genitori talmente presenti nella vita e nell’educazione dei loro figli che ora incolpano i social di averli condizionati in pochi anni a tal punto da fargli desiderare di cambiare sesso.
Adesso basta, ora papà e mamma coraggio raccontano come stanno le cose (in forma anonima) sulle pagine dello storico giornale sardo. Forse però con una superficialità inadeguata al palcoscenico che gli è stato dato.
Un allarmismo sordo anche alle spiegazioni degli specialisti. Perché, secondo questi testimoni, medici con esperienza pluridecennale e ben formati sulla complessità del tema asseconderebbero pedissequamente le autodiagnosi di ragazzini preadolescenti perché altrimenti questi ultimi si suiciderebbero. Per gli psichiatri quindi o gli Ormoni o Morte, senza sfumature.
Cosa dicono le associazioni Trans* (le persone realmente trans, quindi non “per capriccio”, “per confusione” o “per moda”)
Trans*Support! Sassari, associazione di auto-aiuto sarda nata a Sassari nel 2023 per supportare le persone Transgender nel processo di transizione e nella vita quotidiana, controbatte la pubblicazione dichiarandola viziata da transfobia e priva di fondamento scientifico. Nello specifico l’articolo asseconderebbe l’ondata conservatrice e reazionaria nata internazionalmente sulla base delle lotte anti-woke della seconda presidenza Trump con l’appoggio del magnate Elon Musk, rimasto sconvolto in prima persona per la transizione di genere mai accettata di una delle sue figlie.

Trans*Support! ritiene queste dichiarazioni disallineate con la realtà dei fatti sarda, caratterizzata piuttosto da servizi insufficienti e inadeguati per le persone trans* e da una mentalità ancora chiusa, ostile, bigotta e sostanzialmente ancora influenzata dagli stereotipi negativi e macchiettistici ampiamente divulgati dai mass media fino a pochi anni fa (quindi certamente non una realtà impregnata di wokeism dove per moda o per capriccio la gente “diventa” trans con il benestare e il supporto della società circostante). L’associazione basa i propri dati sulla World Professional Association for Transgender Health (WPATH), e fa un monito affinché, a parlare di certe questioni, siano esperti del campo o quantomeno persone direttamente interessate (inteso come le persone transgender in primis).
Perché un allarmismo sui troppi transgender in Sardegna è fuori luogo
In una realtà conservatrice come la Sardegna, alludere a un’ondata di moda transgender e di medici mercenari delle lobby farmaceutiche che fabbricano diagnosi sulla pelle dei ragazzini per vendere ormoni è di un allarmismo insensato che vorrebbe cavalcare l’onda mediatica della sconclusionata crociata anti-woke dei multimilionari statunitensi. Tutto questo, probabilmente, con il fine di cercare tristemente di collegare in ogni modo la Sardegna con i fatti di attualità internazionale, in un tentativo ancora più triste di far sentire il sardo medio meno isolato dagli avvenimenti del mondo esterno, percepiti sennò come fenomeno di continente. Peccato che provare far sentire la Sardegna meno isolata dal Mondo giocando sulla pelle degli ultimi è una cosa piuttosto discutibile da fare.
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Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.