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Il Discorso sullo Stato dell’Unione Europea 2025 (SOTEU), pronunciato ieri, mercoledì 10 settembre, dalla presidente della Commissione Ursula Von der Leyen davanti al Parlamento europeo a Strasburgo, ha offerto un quadro complesso delle sfide e delle opportunità che attendono l’UE nei prossimi anni. Un intervento di circa 90 minuti, denso di annunci e promesse, che ha toccato i nodi cruciali della politica estera, della difesa comune, dell’economia e della salvaguardia dei valori democratici lasciando molte finestre aperte alle critiche che hanno animato il dibattito in plenaria in seguito al discorso.

SOTEU 2025: Ecco i punti principali

Ucraina e Russia: un debito da pagare

Uno dei momenti più forti del discorso è stato l’ennesimo richiamo alla guerra in Ucraina. Von der Leyen ha ribadito che la Russia resta “l’aggressore” e che dovrà rispondere del debito di ricostruzione ucraino. L’Ucraina – ha sottolineato – non combatte solo per la propria libertà, ma per l’intero continente, difendendo il fronte orientale dell’Europa. In questo quadro, la presidente ha invitato gli Stati membri a non arretrare, confermando il sostegno militare e finanziario.

Gaza: la carestia come arma

Il discorso non si è fermato all’Ucraina. Von der Leyen ha dedicato un passaggio anche al conflitto in Medio Oriente, condannando con fermezza l’uso della carestia come arma a Gaza e annunciando nuove misure europee per contrastare l’operato del governo israeliano quando viola il diritto internazionale e sanzioni dirette ai ministri israeliani estremisti e ai coloni illegali della Cisgiordania. Una presa di posizione che segna un cambio di tono rispetto a precedenti interventi della Commissione. Anche se tali misure devono essere votate dal Consiglio Europeo all’unanimità.

Mercato unico: forza incompiuta

L’economia è stata al centro del discorso con la consapevolezza che il mercato unico europeo, sebbene rappresenti la maggiore forza dell’Unione, resta “incompiuto”. La presidente ha ricordato come l’80% degli scambi dell’UE avvenga con paesi diversi dagli Stati Uniti e che occorre cogliere questa opportunità. Annunciati due nuovi strumenti: il Fondo Scale Up Europe, per sostenere le imprese innovative, e l’Euro Digitale, pensato per rafforzare la sovranità monetaria digitale.

Difesa e mobilità militare

Sul piano della sicurezza, Von der Leyen ha annunciato il programma Omnibus per garantire la mobilità militare e delle merci, con l’obiettivo di creare un’infrastruttura più rapida e sicura per la difesa comune. È stato inoltre evocato un European Fire Fighter Hub, volto a rafforzare le capacità di risposta europea contro gli incendi e le emergenze climatiche.

Diritti e democrazia

Non sono mancati riferimenti alla tutela dei valori fondamentali. La presidente ha proposto la creazione di un Centro per la salvaguardia della democrazia e di un nuovo programma per l’indipendenza dei media, che avrà il compito di sostenere canali di informazione liberi da pressioni politiche ed economiche. Misure importanti in un contesto di crescente polarizzazione e disinformazione.

Migrazioni e traffici illegali

Von der Leyen ha infine ribadito la necessità di adottare un regime duro contro i trafficanti di esseri umani e chi sfrutta i flussi migratori irregolari, confermando la linea dura della Commissione sul tema.

Il dibattito in Aula: critiche e tensioni

Subito dopo il discorso si è aperto il confronto tra i leader dei grandi partiti europei e gli eurodeputati. Qui non sono mancate le critiche, a partire dall’accordo commerciale UE-USA, giudicato da molti troppo sbilanciato a favore di Washington. Anche il piano di riarmo e il Green Deal hanno sollevato contestazioni, accusati rispettivamente di alimentare la corsa agli armamenti e di gravare sulle economie nazionali senza sufficienti misure compensative. La guerra in Ucraina ha nuovamente acceso il dibattito, soprattutto dopo la notizia giunta in nottata della violazione dello spazio aereo polacco da parte di droni russi. Diversi eurodeputati hanno invocato l’attivazione del meccanismo europeo anti-coercizione, per rafforzare la capacità di risposta dell’Unione. Il dibattito già animato si è incendiato quando alcuni eurodeputati delle frange più estreme del Parlamento Europeo hanno invitato la Presidente della Commissione a dimettersi.

Il SOTEU 2025 restituisce l’immagine di un’Europa combattuta tra grandi ambizioni e fragilità strutturali. L’Unione resta divisa su alcuni dossier fondamentali, eppure emerge con chiarezza una direzione: più difesa comune, più integrazione economica, più protezione dei diritti e salvaguardia della democrazia.

La vera domanda è: I governi nazionali saranno pronti a tradurre in azioni concrete le parole della presidente? Qui entra in gioco il tema del federalismo europeo, evocato da più parti come unica via per superare i limiti di una cooperazione intergovernativa spesso lenta e inefficace. Senza un salto federale, l’Europa rischia di rimanere “incompiuta”, proprio come il suo mercato unico.

Il futuro dell’UE, dunque, non si gioca solo nei palazzi di Bruxelles o Strasburgo, ma nella capacità degli Stati membri di accettare una visione comune: un’Europa che non sia somma di nazioni, ma un’unione politica e democratica capace di parlare con una sola voce al mondo.

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