Troppi nuovi casi di transgender in Sardegna, forse a causa di un business di miliardi di dollari? Alla vista di questa nuova inchiesta della Nuova Sardegna il Movimento Omosessuale Sardo (MOS) commenta: «Abbiamo pensato a un errore, alla ripubblicazione di un vecchio articolo per riempire due pagine rimaste vuote». E così che, in un comunicato stampa a firma Movimento Omosessuale Sardo, AGedO Nord Sardegna – Sassari, Trans* Support, CGIL Nuovi Diritti Sassari, Associazione ARC, Famiglie Arcobaleno Sardegna e Associazione ASQ, le associazioni di categoria sarde rispondono alla pubblicazione.
Sempre nello stesso comunicato si legge: «Ci sorprende ancora di più che un articolo del genere sia stato pubblicato proprio da La Nuova Sardegna, che in passato ha co-organizzato con noi e con l’Ordine delle e dei Giornalisti della Sardegna diversi corsi di aggiornamento su tematiche LGBTQ+ e sull’uso di un linguaggio inclusivo».

Viene inoltre segnalato di come l’unica fonte non anonima citata sia l’associazione GenerazioneD, di carattere dichiaratamente politico e No Gender.
Il comunicato si conclude ribadendo di come siano state prese per oro colato sparute testimonianze di persone che hanno voluto rimanere anonime (e che, stando alla stessa inchiesta, erano completamente ignoranti del tema e si sono informati genericamente su internet, diffidando dalle parole di medici e psichiatri) e di come nella stesura dell’inchiesta sono state ignorate le voci di decine di famiglie che frequentano regolarmente i CAD e le sedi AGedO di Sassari e Cagliari, oltre che i dati raccolti dal CAD del MOS e dell’ARC.
(in copertina immagine di repertorio Nuova Isola)

Staffer presso Nuova Isola. Tecnico della progettazione di prodotti turistico esperienziali. Studente di scienze strategiche e giuridiche della difesa e della sicurezza.